Sono entrate in vigore ieri, 21 ottobre, le nuove norme sulla scuola previste dal Decreto del Presidente del Consiglio del 18 ottobre. La scuola, come su disposizione del DPCM, continua prevalentemente in presenza seppur con qualche cambiamento. Nuove organizzazioni che, se da un lato consentono agli istituti di restare aperti, dall’altro hanno il sapore della resa. Vediamo perché.
DPCM: come funzionerà la scuola in presenza
Secondo il nuovo documento, i bambini delle scuole dell’infanzia e delle primarie possono continuare a recarsi in aula tutti i giorni. Altrettanto dicasi per gli studenti delle scuole medie. Restano valide le regole già note riguardo l’uso delle mascherine e il distanziamento e il divieto di gite scolastiche e di praticare sport di contatto come calcio e basket nell’ora di educazione fisica. Le novità in questo campo interessano sostanzialmente le scuole secondarie di secondo grado.
- Gli studenti usufruiranno di una didattica integrata che prevede, nell’arco della settimana, alcuni giorni in presenza, altri a distanza con la DAD;
- Per le lezioni in presenza, gli istituti devono riorganizzare le lezioni fissando ingressi e uscite scaglionati a partire dalle 9 ed eventualmente prevedere anche turni pomeridiani;
- Le riunioni degli organi collegiali possono svolgersi anche a distanza così come il rinnovo degli stessi può avvenire a distanza garantendo il principio di segretezza proprio delle elezioni.
Tali misure saranno valide fino al 13 novembre.
Dentro la scuola, fuori la scuola
La scuola è il settore che più di tutti si trova sotto la lente degli osservatori. Si è data tutta una serie di regole e, al netto delle annose difficoltà strutturali, sta tenendo testa a questa seconda ondata di epidemia. O almeno così si dicono i recenti studi sullo sviluppo dei contagi. Perché, allora, modificare ulteriormente le regole, svuotando le aule? La scuola, in questo momento, sta scontando la carenza di regole e controlli che si registra al di fuori di essa. A partire dai giovani che, usciti da scuola, derogano a quelle precauzioni osservate in classe, per proseguire alla movida così libera e per finire con i trasporti pubblici sui quali le scene sono quelle di sempre.
“Giù le mani dalla scuola”
Le nuove regole sulla scuola, infatti, ricordano la proposta, avanzata durante un incontro tra il governo e la conferenza delle Regioni, di lasciare a casa i ragazzi degli ultimi anni, quindi quelli più vicini alla maturità. Una soluzione avanzata per alleggerire i mezzi di trasporto dove, sembra, che far rispettare regole come ingressi contingentati e distanziamento sociale sia praticamente impossibile. O meglio antieconomico. In questo modo si continua a puntare su determinati settori piuttosto che agire a 360° e, se non si capisce che la soluzione sta nel far combaciare tra loro più tasselli di uno stesso mosaico, prima o poi bisognerà chiuderle le scuole come accaduto in Campania. E non servirà a nulla protestare o presentare ricorsi al TAR perché, se la situazione continua a peggiorare, saranno senza dubbio rigettati ancora una volta.
Immagine di copertina foto di Wokandapix da Pixabay