Era capitato altre volte di perdersi per delle strade poco conosciute. Quando girava per delle metropoli non organizzava mai in anticipo il viaggio. Solo il volo aereo e per il resto si arrangiava da solo. All’Havana non sembrava nemmeno difficile. La città vecchia era fantastica e pulsava vita. Vide quella ragazza che sorrideva e le chiese dove si poteva trovare un posto per dormire magari a buon mercato. Non aveva grandi pretese e il suo bagaglio a mano si limitava a un trolley e uno zaino.
Lo guardò e gli fece cenno di seguirla. Dopo pochi minuti si ritrovò davanti a un palazzo coloratissimo con un giallo ocra che spiccava sul verde delle persiane. Salirono insieme all’ultimo piano, il quinto, dove trovarono una signora già sulla porta. Può stare da noi senor, si troverà benissimo. Contrattarono per centoquaranta pesos cubani per una settimana. Poi se si fosse fermato di più ne avrebbero riparlato. Era da molto che desiderava visitare Cuba e la sistemazione era soddisfacente. La camera era spaziosa e aveva un piccolo ingresso che dava direttamente sulle scale.
Un piccolo bagno ma comodo e su di un tavolino c’era della frutta fresca. Decise di uscire quasi subito e chiese alla ragazza che lo aveva accompagnato se era distante la boteguita del medio. Lei si propose di accompagnarlo, avvisandolo che poi se ne sarebbe dovuta andare perché suo padre le aveva dato un compito da svolgere. Lui le chiese il nome e trovò che Clara era molto bello. Si abbinava bene al volto. aveva capelli e occhi neri e un corpo fantastico.
Lei sorrise e gli camminò davanti. Arrivati sul posto lo salutò lasciandogli intendere che, se avesse avuto bisogno di lei, poteva rintracciarla al numero che gli scrisse su di un foglietto. C’era un indirizzo e un numero di telefono accanto. Rimasto solo iniziò a girovagare dopo aver assaggiato qualche specialità del posto. Faceva sempre in quel modo in ogni viaggio. Iniziava da un punto poi si immergeva nel flusso delle persone che si trovavano sul posto. Parlava con tutti e a ognuno chiedeva delle curiosità. Per esempio volendo poi andare a Santa Clara e da lì a Trinidad per concludere il viaggio a Santiago dove si trovava un suo amico passò del tempo per informarsi bene su dove affittare un’auto.
Gli spiegarono pure cosa era l’autopista. Si fece notte e provò a tornare indietro credendo di aver memorizzato il percorso. Si accorse che si era perso. Chiamò Clara che rispose quasi subito. Gli disse di nominare il nome della via dove si trovava e lei lo avrebbe aiutato. Vide la scritta su di un bellissimo palazzo spagnoleggiante e la comunicò. La ragazza interruppe la chiamata senza dire più niente. Provò a richiamare ma non c’era campo. Vide una piccola chiesa con degli scalini davanti. Si sedette. Dei ragazzini di dodici, tredici anni, uscirono da un vicolo con un pallone in mano. .
Lui li chiamò e chiese dove fosse capitato. Loro non capivano bene ci che stava chiedendo ma percepirono subito il suo sbigottimento. Smisero di giocare e si sedettero con lui. Uno di loro si mise a correre verso una casa all’angolo. Pochi minuti dopo uscì con a fianco un uomo che stava sorridendo. – Senor si è perso? Tranchijo, qui aiutiamo tutti e vedrà che per lei sarà lo stesso. È Italiano vero ? – – Sì – rispose – Ho lavorato al porto di Genova molti anni fa e mi è piaciuta tanto quell’Italia che ho portato dentro. Sono tornato da tre anni, ma ancora ricordo quelle canzoni di quel Fabrizio.
Creuza de ma specialmente. Sa, nelle serate libere facevo il Dj in una radio privata libera. Non come quelle che ci sono adesso. C’era uno spazio per chi come me amava farlo per il gusto. Hai con te l’indirizzo di dove alloggi? – Glielo diede e lui fece un fischio. Nel giro di cinque minuti arrivò un vecchio apetto. – La porto a casa Senor. Salga. – In quel momento, mentre si stava avvicinando al mezzo, comparve Clara con la sua auto. Trovava tutto ciò incredibile. In poco tempo aveva compreso il cuore dei Cubani e la cosa fantastica fu che nessuno chiese un compenso. Capì cosa si impara se vuoi conoscere il mondo. Immergersi tra le persone e poi, solo poi, guardare i monumenti. Tornando fecero l’avenida che costeggiava il mare Caraibico e la luna sembrava sorridente.
Foto di copertina generata con Copilot per Cinque Colonne Magazine