Più ottimisti rispetto all’Inghilterra, senza significative differenze fra regioni, attenti a limitare il contagio (e ciò fa temere una flessione al botteghino, soprattutto nei primi mesi di riapertura) ma desiderosi, e molto, di riapplaudire gli spettacoli dal vivo, a partire dai più giovani: così appaiono gli spettatori italiani dopo il Covid19, secondo quanto emerge dalla ricerca “AFTER THE INTERVAL- DOPO L’INTERVALLO” svolta fra il 27 maggio e il 19 giugno 2020.
“Dopo l’intervallo”: la ricerca
I risultati del lavoro sono stati diffusi in conferenza stampa – il 26 giugno – dai promotori della ricerca: il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in partnership con la società inglese INDIGO e in collaborazione con Assomusica e Agis. Alla ricerca hanno preso parte anche soggetti aderenti a KeepOn LIVE – Associazione di Categoria Live Club e Festival italiani e alla neocostituita ATIP, l’associazione dei teatri privati italiani. I soggetti che hanno aderito alla ricerca comprendono diverse tipologie di imprese legate allo spettacolo: teatri a iniziativa pubblica, teatri privati, municipali, compagnie e imprese operanti nel mondo degli eventi dal vivo (l’elenco completo è disponibile nel report allegato) che hanno raccolto nel complesso 32.000 risposte.
La ricerca – a cura di Katy Raines cofondatrice e partner www.indigo-ltd.com – nasce in Inghilterra a 3 settimane e mezza dall’inizio del lockdown quando tutte le istituzioni culturali del Paese avevano sospeso l’attività. Indigo mette gratuitamente a loro disposizione un sondaggio per la raccolta di informazioni di base sul pubblico. Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia si attiva per verificare la fattibilità di una ricerca simile in Italia, nella convinzione che conoscere il sentiment del pubblico in un momento tanto delicato e “senza precedenti”, possa offrire un significativo contributo alle scelte operative dei prossimi mesi. Si considera inoltre interessante confrontare i risultati fra le due diverse realtà nazionali. La versione italiana della ricerca è stata curata dal direttore organizzativo dello Stabile Stefano Curti con la collaborazione del consigliere di Assomusica e managing director del Live Club di Milano Fulvio De Rosa.
Segnali di ottimismo
I risultati dello studio “Dopo l’intervallo” – analizzabili nel dettaglio nel report allegato – evidenziano alcune linee fondamentali: si respira innanzitutto un generale maggiore ottimismo rispetto all’Inghilterra (motivato anche dal periodo in cui la ricerca si è svolta: in Italia è stata avviata in una fase meno drammatica dell’emergenza, circa due mesi dopo l’Inghilterra).
Tutti gli indicatori nella ricerca italiana rivelano maggiore positività da parte del pubblico: se si guarda con soddisfazione al 96% di spettatori che dichiarano di aver sentito la mancanza degli eventi dal vivo (il 93% in Inghilterra), è incoraggiante notare come il 30,5% di loro stia già comprando – o pensi di comprare a breve – biglietti per spettacoli (nel Regno Unito lo fa il 17%).
È molto interessante anche notare come gli indici positivi non si discostino significativamente di regione in regione, e come addirittura la Lombardia – che ha sofferto in modo violento l’emergenza, ed è ben rappresentata nella ricerca (il 30% delle risposte proviene da questa regione) – mostri indicatori coerenti al resto d’Italia.
Dallo studio emergono necessariamente delle problematicità relative al futuro degli eventi dal vivo: è chiaro ad esempio che spettatori appartenenti alle fasce d’età più giovani ritorneranno nei luoghi di spettacolo con maggior fiducia e nell’immediato, mentre appaiono più preoccupati gli spettatori di fascia matura.
Fra questi, si evidenzia una parte che attenderà a lungo prima di prenotare per nuovi eventi (il 24% attenderà 3-4 mesi, il 18% addirittura fino a 6 mesi): dato che suscita non poca apprensione negli organizzatori e nei teatri, i quali ipotizzano – soprattutto nei primi mesi di riapertura – di poter subire una flessione nella presenza di pubblico pari anche al 20-25%.