Dilettanti: questo sono state per molti anni le giocatrici di calcio in Italia, solo delle dilettanti. Anzi, lo sono da sempre! Nessuna “vera” competizione a livello nazionale o internazionale, campionati ignorati, giocatrici costrette a fare un doppio lavoro per riuscire spesso a portare avanti gli allenamenti. Per non parlare poi dell’attenzione ricevuta o dei compensi irrisori rispetto al reparto maschile che tanto fa emozionare gli appassionati italiani. Proviamo a pensare anche al tipo di movimento e guadagni che è capace di generare il calcio maschile con i pronostici. Se ci colleghiamo su portali come scommesse.netbet.it troveremo categorie dedicate alla Serie A, ai campionati internazionali minori, ma raramente si coprono le competizioni al femminile.
Il grande gap tra il calcio femminile e quello maschile in Italia è molto chiaro, ed è stato testimoniato in modo particolare con l’eliminazione della Nazionale dagli Europei 2022. Ma le cose stanno per cambiare!
La rivoluzione del calcio femminile in Italia
Dopo anni di delusioni, di desideri e di lunghe attese, a partire dal 1 luglio 2022 inizia finalmente quella che è stata definita per molto tempo come la “rivoluzione silenziosa”. Finalmente infatti le calciatrici passano da dilettanti a professioniste, permettendo così di considerare il gioco del pallone come un lavoro effettivo e non più un semplice passatempo. Questo salto di qualità nasce a partire dalla firma tra i club di A e i sindacati, pronti a dare inizio a un contratto collettivo di lavoro. Anche in Italia le sportive del calcio potranno finalmente ottenere dignità che sono garantite a qualsiasi lavoratrice. Ciò comprende le malattie pagate, il diritto al mantenimento del posto di lavoro nonostante gli incidenti in gioco, tutele su infortuni, contributi per la pensione e maternità. Insomma il “minimo sindacabile” che un Paese come l’Italia ha saputo garantire in grande ritardo. E pensare che ci sono Paesi, prendiamo per esempio gli Stati Uniti, in cui il calcio femminile è considerato più prestigioso di quello maschile. O almeno di pari livello, come avviene in Inghilterra e più in generale nel Regno Unito.
Il caso dell’Italia sconfitta agli Europei 2022
Questo tipo di svolta avviene in un momento chiave: l’eliminazione della nazionale femminile dagli europei di calcio 2022. L’Europeo inglese ha messo in mostra la netta inferiorità della nostra Nazionale rispetto alla preparazione di altre squadre. Ciò non vuol dire che le italiane fossero qualitativamente inferiori, ma la squadra mancava di preparazione e forse tutele che finalmente potranno arrivare a partire da questa stagione. Il ritardo che il calcio femminile italiano ha rispetto a molte altre realtà europee è sotto gli occhi di tutti. E sicuramente il processo per raggiungere le avversarie sarà lungo. Partiamo per esempio dalle piccole cose: in Italia ci sono 35.000 tesserate, in molti altri Paesi si supera la soglia delle 100.000. Indubbiamente essere passati al professionismo aiuterà l’intero movimento calcistico femminile italiano, ma sarà impossibile ottenere risposte senza l’aiuto e il sostegno del governo. Riuscire infatti a costruire un campionato che sia qualitativamente migliore, sostenendo anche i club, permetterebbe alla stessa nazionale di poter coinvolgere quindi puntare su giocatrici sempre più preparate.
Cosa ci si aspetta ora?
Indubbiamente riusciremo a notare gli effetti di questo cambiamento sulle giovani calciatrice del futuro, che potranno essere messe in condizione di allenarsi con qualità. Ci si aspetta ora che il governo possa prorogare i fondi garantiti a tutti coloro che decidessero di accedere al professionismo entro il 31 dicembre 2022. Si potrà così arricchire un campionato, il primo professionistico femminile, composto da squadre pronte a lottare per la salvezza e per la vittoria dello Scudetto. Solo così potremo finalmente dire di aver fatto gol, e che gol!