La pandemia ha aumentato il bisogno di connettività degli italiani ma al contempo ha rafforzato le preoccupazioni e le paure legate al digitale con cui gli operatori saranno chiamati a confrontarsi.
È questa la fotografia che ci restituisce l’EY Digital Home Study, ricerca condotta a livello internazionale per esplorare come cambiano i comportamenti e le attitudini dei consumatori verso la tecnologia, i media ed i servizi di telecomunicazione. Lo studio evidenzia inoltre la richiesta crescente di trasparenza nella proposta di servizi e tariffe da parte degli utenti, e rivela come oggi siano sempre più propensi ad acquistare pacchetti che coniugano un’offerta di rete fissa con ulteriori servizi digitali.
Di seguito alcuni temi chiave emersi dalla survey:
- Connettività e rete fissa tra i requisiti domestici più richiesti: dopo il Covid-19 sono diventate un bisogno irrinunciabile per il 54% degli italiani (e 1/4 è disposto a spendere di più per averle)
- In crescita l’utilizzo della didattica online e dei servizi sanitari digitali rispetto agli europei: l’Italia svetta nell’utilizzo di servizi sanitari digitali (23%), superando di ben dieci punti Francia e Germania, anche nella didattica online, che è stata una novità per il 30% degli italiani (vs il 12% della Francia e l’11% della Germania);
- Gli italiani più consapevoli e attenti al benessere psicofisico: aumenta l’attenzione per la privacy dei propri dati (il 37% è più preoccupato di prima) e per le conseguenze dell’utilizzo di internet (50%). Il 39% pensa di passare troppo tempo davanti agli schermi elettronici nella propria abitazione;
- Offerte e customer journey, poca chiarezza e troppa burocrazia: 1 italiano su 4 (27%) non conosce la massima velocità raggiungibile dalla propria connessione fissa e meno della metà (47%) è consapevole dei benefici offerti dalla rete fissa. Per il 27% dei consumatori non vale la pena cambiare operatore di rete fissa considerando il tempo e lo sforzo necessario per effettuare questo processo;
- Le piattaforme streaming superano le Pay TV: il 60% dei consumatori oggi preferisce le piattaforme streaming OTT, tuttavia il 42% degli utenti considera la pubblicità in rete più intrusiva rispetto a quella trasmessa in TV e sarebbe disposto a pagare un extra per eliminarla;
- Il 5G come primaria connessione di casa per il 24% degli italiani: tra i benefici ci sono un segnale più affidabile in tutta l’abitazione, la semplicità d’installazione ed i minori costi mensili.
“La pandemia ha accelerato sensibilmente i processi di digitalizzazione nel Paese portando a sperimentare i benefici e le sfide della connettività, oggi più che mai anche nel contesto domestico” commenta Irene Pipola, Partner EY, Responsabile consulting per il settore TMT. “Attività e servizi digitali come smart working e videocall, che molti di noi hanno sperimentato per la prima volta durante il lockdown, continueranno a essere richiesti e utilizzati in futuro, anche se probabilmente in misura minore. È tuttavia importante soffermarsi su un altro aspetto che ha portato con sé questa digitalizzazione: la crescita dei servizi online ha amplificato certe paure e preoccupazioni, soprattutto quelle legate a possibili violazioni della privacy e all’impatto delle tecnologie sul proprio benessere psicofisico (il 50% degli italiani è più preoccupato di prima per le conseguenze dell’utilizzo di internet). Dunque, a fronte di una domanda elevata sia in termini di qualità sia di varietà del panel di prodotti e servizi, anche l’offerta dovrà adeguarsi con standard altrettanto elevati e soluzioni sempre più personalizzate”.