Inizia la corsa a Bruxelles per i principali incarichi delle Istituzioni europee dopo il voto degli elettori. Una corsa che si avvia con tensioni – non nuove – tra il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, candidata del PPE per un secondo mandato. Secondo fonti di Bruxelles, Michel non la vorrebbe alla cena informale di lunedì prossimo (17 giugno) a Bruxelles per discutere del dossier altamente politico.
Dopo il voto, la corsa ai vertici delle istituzioni europee
Essendo lei in carica, Michel, il cui mandato scade a fine novembre e anche il suo ruolo è in discussione, preferirebbe che i capi di Stato e di Governo ne discutano in sua assenza per avere un clima più aperto. Von der Leyen non è d’accordo. La sua portavoce, dalla sala stampa del Berlaymont, ha dichiarato che “essendo lei membro del Consiglio europeo ci si aspetta che partecipi”. Insomma, vuole un posto al tavolo. Anche chi voleva anticipare i negoziati a margine del Summit del G7 in Puglia è stato frenato. Al Summit saranno presenti i big dei Ventisette: Italia, Francia e Germania, oltre a Michel e von der Leyen.
Alla ricerca di una maggioranza
“Gli accordi presi in passato nei G7 o G20 hanno creato più tensioni che soluzioni perché la rappresentanza è limitata. Il momento per discutere dei top jobs è la cena di lunedì dove saranno presenti tutti i leader”, ha precisato un alto funzionario dell’Unione europea che lavora alla preparazione della cena dei leader. Intanto i partiti continuano a fare i conti. Negli ultimi dati pubblicati dal Parlamento europeo sulla nuova composizione dell’emiciclo, la maggioranza Ursula si ferma a 400 seggi (su 720 membri): 186 PPE; 135 S&D e 79 Renew.
Nella legislatura uscente era 417 (su 705 membri): 176 PPE; 139 S&D e 102 Renew. Per quanto riguarda gli altri gruppi: ECR diventa quarto gruppo con 73 seggi (da 69); ID 58 da 49; Verdi 53 da 71; La Sinistra 36 (da 37); i non-iscritti sono 45 e dai nuovi partiti 55. Dai nuovi partiti e dai non iscritti sono attesi altri seggi a favore della maggioranza, ma per dormire sonni tranquilli Ursula von der Leyen ha bisogno comunque di allargare la maggioranza ai Verdi oppure all’ECR (la maggioranza assoluta è 361 seggi). Dal PPE, il segretario generale del partito, Thanasis Bakolas, ha già chiarito che “non ci saranno accordi formali o istituzionalizzati con Giorgia Meloni”. Per i Verdi, invece, la porta sembra aprirsi. Ma questo si vedrà nei prossimi giorni.
La corsa per i commissari
Dalla convocazione della prima plenaria all’elezione del presidente della commissione, ci sono vari passaggi che i nuovi eurodeputati dovranno affrontare per riprendere l’attività legislativa. In parallelo parte la corsa per i commissari. Il primo Paese a farsi avanti è la Lettonia, che ha riconfermato per un terzo mandato Valdis Dombrovskis, attuale vice presidente esecutivo con delega all’Economia. I liberali vorrebbero ottenere il ruolo di Alto rappresentante per la Politica estera, con il primo tra i papabili il premier belga dimissionario, Alexander De Croo. I socialisti, invece, rivendicherebbero la presidenza del Consiglio europeo per l’ex premier portoghese, Antonio Costa.