Donne e lavoro: gioie e dolori. Ah no, il detto recita diversamente. Quanto rappresentato da questa frase, però, non è molto distante da ciò che accade nella realtà. I dati ISTAT sull’occupazione nel 2021 dicono che le donne occupano solo il 40% circa dei posti di lavoro. Un trend in crescita rispetto al 2020, l’anno nero della pandemia, ma non rispetto al periodo pre Covid. La certificazione di parità, prevista dal PNRR, potrebbe spingere ulteriormente la crescita dell’occupazione femminile in Italia.
Il lavoro in Italia
Secondo l’ISTAT, il 2021 si è chiuso con i seguenti dati:
- tasso di occupazione stabile al 59%;
- tasso di disoccupazione al 9,0% (-0,1%) nel complesso e al 26,8% (-0,7%) tra i giovani;
- tasso di inattività stabile al 35,1%.
La stabilità del tasso di occupazione è data da un equilibrio tra l’aumento degli occupati tra le donne, i dipendenti a tempo determinato e gli under 50 e la diminuzione degli occupati tra gli uomini, i lavoratori autonomi e gli over 50. La riconferma dei livelli di inattività è data da una crescita per gli uomini e gli ultra cinquantenni e una diminuzione tra donne e under cinquantenni.
Donne e lavoro: cos’è la certificazione di parità
A dare un ulteriore spinta all’occupazione femminile arriverà la certificazione di parità: uno strumento previsto dal PNNR. Per ottenere la certificazione le aziende dovranno attenersi a degli standard individuati all’interno di 6 categorie:
- Cultura e strategia
- Governance;
- Processi HR;
- Opportunità di crescita in azienda neutrali per genere;
- Equità remunerativa per genere;
- Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.
Ogni area avrà un peso percentuale che contribuirà a definire il livello di parità, indicando anche i margini di miglioramento.
Parallelamente, la legge di bilancio 2022 ha previsto lo stanziamento di ulteriori 50 milioni di euro da destinare al Fondo per il sostegno della parità salariale di genere istituito con la legge di bilancio 2021.
Le maglie nere dell’Italia
In tema di parità di genere, infatti, l’Italia ha ancora tanto da lavorare. Deve cercare di scalare il 14mo posto tra i Paesi europei nella classifica dell’Indice sull’uguaglianza di genere elaborato dall’Istituto europeo EIGE. L’attuale punteggio del nostro Paese è 63,5 su 100, vale a dire 4,4 punti al di sotto della media europea. Il PNRR ha come obiettivo un incremento del 5% in questa classifica.
Donne e infortuni è un binomio che in quest’anno si è rafforzato. Le donne che hanno perso la vita per infortuni sul lavoro, nel primo trimestre 2022, sono infatti 24 contro le 14 dello stesso periodo dello scorso anno. In generale sono aumentati i decessi tra gli under 40 (49 casi contro i 34 dello scorso anno) e gli under 50 (24 contro 22). Colmare il gender gap significa, dunque, anche migliorare le attività di prevenzione dei rischi in un’ottica di genere così come previsto dal Testo unico (d.lgs. 81/2008).