‘Domeniche di carta’ è l’iniziativa promossa dal Ministero per i Beni e le Attività culturali che consentirà l’ingresso al pubblico nelle biblioteche e negli archivi, per conoscere i luoghi storici della memoria ed il patrimonio in essi contenuto, per scoprire, anche il sapere fatto di libri, documenti, fotografie, stampe, disegni.
Anche Palermo aderisce al progetto e domani sarà aperto al pubblico l’Archivio storico comunale (dalle ore 10,00 alle ore 18,30, con ingresso libero) con l’esposizione di alcuni esemplari originali tratti dai suoi fondi manoscritti e di incisioni della Palermo del Settecento tratte da antiche edizioni a stampa conservate nella Biblioteca interna all’Istituto.
Saranno esposte delle rarità bibliografiche (cinquecentine e secentine), oltre ad un esemplare manoscritto tratto dai Cerimoniali del Senato (1725).
Inoltre, saranno in mostra otto pergamene – del XIV e XV secolo – selezionate dal più ampio nucleo di circa settanta documenti che costituiscono il fondo del ‘Tabulario’, che raccoglie e conserva le superstiti pergamene dei privilegi cittadini, alcune delle quali recano ancora il sigillo pendente regio in cera rossa.
Si tratta di una documentazione particolarmente preziosa, poiché gli antichi diplomi contenenti privilegi e prerogative concessi alla nostra città dai diversi sovrani avvicendatisi nel tempo, sono stati sempre considerati baluardo e difesa delle consuetudini cittadine contro il potere centrale, e per questo meritevoli di una speciale conservazione: nel 1330 custoditi in un”arca’ chiusa con quattro chiavi (come testimonia un documento dell’aragonese Federico III), furono poi sistemati, come ci dice Fedele Pollaci Nuccio, primo direttore dell’Archivio, ‘nella nicchia e nella cassetta sotto la statua dell’Immacolata, nella sala dei congressi senatorii'(l’odierna sala consiliare del Palazzo di Città).
Qui rimasero fino al 1866, quando vennero dati alle fiamme sulla pubblica piazza in occasione della rivolta popolare del ‘sette e mezzo’, come simboli tangibili di quel potere delle classi nobiliari che costituiva il bersaglio dei rivoltosi. I diplomi sopravvissuti alla distruzione – appena 72 – furono consegnati all’Archivio per essere conservati in perpetuo.
Pubblica moralità, corruzione del clero, rapporti con la comunità ebraica, ‘maramme’ (costruzioni) di edifici, imposizione ed esazione di gabelle, trattative di pace, concessioni di benefici : questi i temi – connessi alla gestione politico-amministrativa della città – oggetto dei documenti.