Ad oggi oltre 3 milioni di persone in Italia sono affette da diabete: una vera e propria pandemia che, secondo le stime, nel 2030 rischia di arrivare a colpire più di 5 milioni di individui solo nel nostro Paese. Cattiva alimentazione e abitudini sedentarie sono gli osservati speciali per la prevenzione e il trattamento del diabete: per questo, in occasione della Giornata Mondiale del Diabete l’Associazione Medici Endocrinologi (AME) e Consulcesi Club promuovono una campagna web di sensibilizzazione sulle abitudini “dolci” per migliorare la vita dei pazienti diabetici attraverso l’hashtag #DolceMaBuono.
Cibo “naturalmente dolce”, attività fisica “dolce, ma non troppo” e un vademecum per praticare sport in sicurezza: tutti i consigli degli endocrinologi saranno veicolati sui social network grazie a infografiche e pillole video.
Abbinato alla campagna web, il provider ECM 2506 Sanità in-Formazione lancia on line il corso FAD “Diabete Mellito: dalla Fisiopatologia al cambiamento dello stile di vita”, di cui è responsabile scientifico il professor Vincenzo Toscano, Presidente dell’Associazione Medici Endocrinologi e Ordinario di Endocrinologia alla Sapienza Università di Roma.
Cibo “naturalmente dolce” per migliorare la vita dei diabetici
Il paziente affetto da diabete di tipo II, obeso o in sovrappeso, ha bisogno di una dieta ipocalorica, finalizzata a indurre un calo ponderale ma anche a correggere l’iperglicemia. La riduzione del peso corporeo porta a un miglioramento di tutti i fattori di rischio cardiovascolare presenti nei pazienti diabetici. Anche una modesta perdita di peso produce un aumento del controllo metabolico, una riduzione dell’uso di farmaci ipoglicemizzanti e può essere facilmente mantenuta a lungo termine. In questo senso è utile:
– Ridurre i grassi saturi;
– Evitare l’eccesso di carboidrati;
– Limitare gli zuccheri a rapido assorbimento.
Inoltre, una dieta contenente alimenti ricchi di fibre induce una riduzione della glicemia media giornaliera del 10% e della glicemia postprandiale del 25%.
Quali sono gli alimenti ricchi di fibre?
– Cereali e derivati come orzo perlato e fiocchi d’avena;
– Verdure come carciofi e radicchio rosso;
– Legumi secchi come fagioli borlotti e lenticchie;
– Frutta come fichi secchi, lamponi e pere.
Rinunciare ai dolci? Non a tutti: sì a quelli a base di farine di legumi ed integrali, addolciti con eritritolo oppure con maltitolo.
Attività fisica “dolce” (ma non troppo) per diabetici
L’attività fisica è una delle pietre miliari nel trattamento del diabete poiché aiuta:
– La captazione del glucosio da parte delle cellule muscolari;
– Il controllo delle anormalità della pressione arteriosa;
– La perdita e il mantenimento del peso corporeo.
Nonostante ciò solo il 39% dei diabetici è fisicamente attivo, contro il 58% della popolazione generale.
Quale tipo di attività?
– La combinazione tra allenamento di tipo aerobico e di forza sembra essere il più efficace per un miglior utilizzo del glucosio sanguigno.
– È importante che i pazienti con diabete di tipo II aumentino anche la cosiddetta attività fisica non strutturata come camminare e salire le scale, utilizzando un contapassi per porsi un obiettivo giornaliero da raggiungere (ad esempio 10mila passi).
– Sì anche agli esercizi di flessibilità e mobilità articolare, ma non sono sufficienti a sostituire né il lavoro di tipo aerobico né quello di forza. Sono importanti per quegli anziani ad alto rischio di cadute per mantenere e migliorare l’equilibrio.
– Yoga e pilates, un aiuto in più contro il diabete. Attività olistiche di respirazione unite alla tonificazione muscolare e rinforzo del core (muscoli del corsetto addominale) sembrano avere buoni effetti sui pazienti.
Diabete e sport: il vademecum per allenarsi in sicurezza
1. Prima di intraprendere un’attività fisica a cadenza regolare, rivolgersi sempre al medico soprattutto se:
– Si soffre di diabete da molti anni;
– Si ha qualsiasi complicanza del diabete;
– Si è stati inattivi per lungo tempo;
– Si è anche affetti da malattie cardiovascolari.
2. Una volta avuto il via libera da parte del medico, è possibile scegliere il proprio sport preferito. Per i pazienti in terapia con farmaci ipoglicemizzanti sono sconsigliati solo gli sport praticati in solitudine per il rischio delle ipoglicemie.
3. Mai strafare. Meglio allenarsi sotto il controllo di un personal trainer, almeno all’inizio, in modo da adattare gradualmente il tipo e l’intensità dell’allenamento alla struttura muscolo-scheletrica del paziente.
4. Attenzione ai piedi! Indossare sempre calzini sottili e scarpe sportive adeguate, tenendo sempre d’occhio la presenza di tagli, calli, vesciche e altre ferite. Nel caso, trattare il problema immediatamente, contattando un podologo se necessario.
5. Per i diabetici di tipo I è consigliabile il monitoraggio glicemico prima, durante e dopo l’esercizio fisico ed è meglio evitare attività intense nel periodo post-prandiale (di massima insulinizzazione), per evitare l’ipoglicemia.
“Diabete Mellito: dalla Fisiopatologia al cambiamento dello stile di vita” è sviluppato in tre moduli didattici composti da video-lezioni e materiali di approfondimento. Un questionario finale accerta la comprensione dei contenuti e assegna 7 crediti ECM, utili a completare l’obbligo formativo per il triennio 2014-2016, in scadenza (dopo l’anno di proroga) il 31 dicembre 2017. “Diabete Mellito: dalla Fisiopatologia al cambiamento dello stile di vita” si aggiunge all’ampio catalogo di oltre 150 corsi FAD offerti dal provider ECM 2506 Sanità in-Formazione, a cui di recente è stato assegnato dall’Annuario della Formazione in Sanità il primo posto della classifica “The Best Provider Ecm 2016” nella categoria “Formazione a Distanza FAD”.