Ecco, parafrasando il famoso libro di Harper Lee potremmo adattarlo al Napoli di oggi. Un buio totale che parte da lontano e non certamente da questa dodicesima giornata di Serie A. Parte dalle ultime giornate del campionato scorso quando si è capito ampiamente che lo Spallettone scudettato non sarebbe più stato l’allenatore del Napoli Campione di Italia. Era allora quando anche il DS Giuntoli aveva chiesto di andare via.
Dodicesima giornata di Serie A 2023/2024: la buia ora di pranzo azzurra
Forse il presidente ha sottovalutato le perdite di due pedine importanti nello scacchiere azzurro. Il presidente, forse, contava di risolvere tutto da solo e bene ma non sempre le ciambelle riescono col buco ed il Napoli di oggi quel “buco” non lo ha. Anzi, per dirla alla napoletana: è un Tortano senza zonga (per i padani, sugna).
Che significa? Letteralmente di qualcosa di brutto, scialbo ed aggiungere anche inutile. Garcia ci ha messo tutto il suo a fare una preparazione scialba e monca, priva di un organizzazione di gioco che oggi contro l’ Empoli (che non è certo il Real Madrid) ha mostrato tutto le sue pecche. Assenza di linee di passaggio, nessun pressing, nessuna profondità di manovra, gioco assente in difesa, centrocampo e attacco. Fa strano dire queste cose visto che parliamo della stessa squadra che pochi mesi fa ha stravinto il campionato.
Garcia… ora che si fa?
Già qualche domenica fa ci eravamo espressi sul cambio allenatore ma oggi più che mai urge. Siamo per una serie di eventi fortunati ancora in lizza per il piazzamento Champions League ma non durerà per molto se non si inverte la tendenza. Non buttiamo a mare il bambino e l’acqua sporca visto che siamo ancora in tempo a riprenderci. Basta con un allenatore completamente nel pallone, non quello di calcio… ovviamente. Pertanto non daremo giudizi sulla prestazione odierna che dovrebbe essere da 3 in pagella per tutti ed aspettando come dice Eduardo “adda’ passa’ a nuttata”. Soprattutto, caro Presidente, senza nulla togliere ai tuoi meriti ma fai il Presidente e non lo psicologo motivatore o l’allenatore. Ognuno al suo posto.
Ad Maiora