Il 19 giugno, distribuito da Microcinema, esce in sala un documentario tutto italiano ma che racconta di un’isola felice oltreoceano. Camp Sundown è un campo estivo nello stato di New York in cui ogni anno arrivano con le loro famiglie da diverse parti degli Stati uniti e del mondo bambini e adolescenti affetti dalla XP: Xeroderma Pigmentous. E’ una malattia rara che consiste in una altissima fotosensibilità, sottoponendo il soggetto a possibilità di tumori della pelle molto più elevate rispetto agli individui sani, e costringendolo ad evitare del tutto l’esposizione ai raggi ultravioletti del sole e di alcuni sistemi di illuminazione artificiale, obbligandolo dunque a vivere di notte e con non poche ulteriori disfunzioni. Ai cinefili più attenti verrà subito in mente il fortunato thriller “The others” del 2001 diretto da Alejandro Amenábar e interpretato da Nicole Kidman, in cui i figli di lei vivevano rinchiusi nelle stanze al buio. L’argomento infatti si presta volentieri ad un’astrazione creativa e ad una riflessione poetica sul buio e la luce, la vita e la morte e i paradossi della natura umana. Il documentario di Hintermann a questo proposito non si sottrae all’aspetto metaforico, utilizzando il mezzo dell’animazione come compendio al racconto documentaristico fatto di interviste e riprese dell’attività all’interno del campo. La parte animata è il frutto di un’interazione profonda avvenuta con i ragazzi di Camp Sundown, i loro genitori, e i fondatori del progetto Dan e Caren Mahar, la cui spinta è partita dall’amore per la loro figlia affetta da XP e dall’ostinato desiderio che potesse avere una vita il più possibile non isolata da tutto il resto. In forma di cartone animato appaiono questi bambini, che hanno anche doppiato loro stessi grazie al lavoro del team guidato da Lorenzo Ceccotti, che ha tradotto in storie le loro fantasie e le loro considerazioni sulla vita che sono costretti a condurre.
I Mahar fondano nel 1995 in concomitanza con il campo, la XP Society. E’ un’associazione che si occupa di aiutare moralmente e pragmaticamente le famiglie con componenti affetti da XP, con l’intento di creare una comunità i cui membri si sostengano a vicenda scambiandosi informazioni utili. A Camp Sundown una volta all’anno possono incontrarsi e vivere un’esperienza unica nel suo genere, che prevede il rovesciamento della giornata convenzionale, in cui giochi nel parco, laboratori, gite, consulenze e visite mediche avvengono di notte dando l’opportunità ai ragazzi di socializzare e non sentirsi drammaticamente soli.
La squadra di fotografia del progetto guidata da Giancarlo Leggeri ha coerentemente dovuto adattare l’attrezzatura utilizzata per illuminare le inquadrature all’ambientazione notturna delle riprese ma soprattutto alla necessità che l’intensità delle luci non compromettesse la salute dei ragazzi. Quindi tramite la collaborazione di Technolight sono stati creati appositamente dei sistemi di illuminazione che non emettono raggi UV, insieme a lanterne e giochi luminosi basati sullo stesso principio e che sono stati regalati ai ragazzi del campo.