Gli imballaggi, il packaging, sono oggi parti fondamentali di qualsiasi prodotto, nella GDO ma anche nei piccoli negozi di quartiere. Forse non tutti sanno che ci sono diverse tipologie di packaging, a seconda della finalità dell’imballaggio stesso. Ad esempio possiamo evidenziare imballaggio primario secondario e terziario, elementi di packaging che svolgono compiti completamente differenti tra di loro. Oltre ad essere diversi per scopo, differiscono anche per materiali da utilizzare e per alcuni prodotti anche per quanto riguarda la legislazione che li regolamenta.
Cos’è il packaging primario
Il packaging primario è quello con cui noi tutti veniamo in contatto. Si tratta della busta microforata che ricopre il pane preparato all’interno di un supermercato, della retina che riunisce un chilogrammo di limoni o di pomodori, della confezione in cui sono conservati i nostri biscotti preferiti. L’imballaggio primario è quello che è a contatto diretto con il prodotto da vendere; ovviamente segue delle regole molto ristrette, soprattutto quando si tratta di confezioni che entrano in contatto con degli alimenti. La scelta del materiale dipende poi anche dall’eventuale fragilità del prodotto in esso contenuto; in alcuni casi si utilizzano più materiali, ad esempio carta e plastica, per evitare di rompere delicati dolcetti durante il trasporto ma anche per mantenerli freschi più a lungo. Sulla parte esterna riporta informazioni dettagliate sul contenuto, così come un aspetto accattivante e messaggi pubblicitari. Del resto sarà l’acquirente finale a vedere questo tipo di imballaggio, è importante che sia invitato ad acquistarlo.
L’imballaggio secondario
Questo imballaggio ha lo scopo di riunire più pacchetti di un singolo prodotto, in modo che sia più semplice per il negoziante trasportarlo all’interno del punto vendita e distribuirlo sugli scaffali. Spesso è una semplice grande scatola di cartone in un colore di base, bianco o marrone. Sulla parte esterna riporta indicazioni che riguardano il contenuto, abbastanza stringate nella maggior parte dei casi. Difficilmente ha valenza decorativa, a meno che non vi sia la possibilità di vendere l’intero cartone al pubblico, cosa solitamente improbabile. Anche questo tipo di imballaggio svolge poi il compito di proteggere il contenuto degli imballaggi primari al suo interno. Oggetti fragili potrebbero rompersi durante il trasporto della scatola, che quindi è dimensionata opportunamente, anche per evitare di spiegazzare l’imballaggio primario. Si pensi ad esempio alle grandi scatole di uova di pasqua che si notano nei supermercati mentre gli addetti dispongono le singole confezioni.
L’imballaggio terziario
Solitamente l’imballaggio terziario è quello che avvolge l’imballaggio secondario in modo da poterlo spostare su un pallet, per il trasporto di grandi quantità di merce. Molti piccoli negozi difficilmente vengono in contatto con questo tipo di imballaggio, che invece è molto ben conosciuto da chi lavora nei magazzini di stoccaggio dei supermercati o dei grandi punti vendita. Lo scopo di questo packaging è meramente protettivo; visto però che il pallet sarà spostato da un muletto, con “poca grazia”, se così vogliamo dire, allora dovrà essere robusto e resistente. In alcuni casi consente di lasciare la confezione di merce all’aperto per un certo periodo di tempo, o comunque in locali esposti alle intemperie. Per questo in molti casi è in materiale plastico, che evita che l’umidità penetri tra le scatole.