Come ogni anno, ritornano i dibattiti a tema “distribuzione del vaccino antinfluenzale“, parte centrale del dibattito per questo 2020 è l’insufficienza di scorte. A “lanciare l’attacco” è stata la fondazione Gimbe che affermava come in Italia per due persone su tre manca il vaccino antinfluenzale nelle farmacie.
Distribuzione del vaccino antinfluenzale 2020: la risposta delle regioni
Le Regioni si difendono dall’attacco della fondazione Gimbe. La fondazione, in un’analisi sulle scorte di vaccino antinfluenzale, ha denunciato insufficienze in sette Regioni e nelle province autonome di Trento e Bolzano. Le stime però non tengono conto, come anticipato dalla stessa fondazione, di una serie di procedure attivate per aumentare le disponibilità. Ma anche di altre esigenze: evitare i residui e basarsi su una previsione realistica di partecipazione della popolazione alla campagna vaccinale.
“Nessuna Regione resterà indietro, non c’è da allarmarsi, i vaccini stanno arrivando e ne avremo in quantità più che sufficienti per i gruppi target a cui sono raccomandati – assicura Luigi Icardi, assessore alla Sanità del Piemonte e coordinatore della commissione Salute della Conferenza Stato-Regioni -. Le Regioni si sono attivate già da questa primavera per le gare e gli acquisti. In caso di carenze sul territorio scatta la solidarietà interregionale. A noi, per dire, sono arrivate richieste di dosi da parte dell’Abruzzo e della Sardegna che forniremo senza difficoltà”.
Comuni e regioni
Vaccinarsi contro l’influenza quest’anno sarà fondamentale. Il ministero della Salute, data la concomitanza con la pandemia di Covid, nella circolare del 4 giugno ha esteso la raccomandazione della vaccinazione antinfluenzale per la stagione 2020/2021 a partire dai 60 anni di età (non più dai 65 anni come prima) e ai bambini tra i 6 mesi e i 6 anni. Nell’ottica di facilitare la diagnosi di positività a Sars-Cov2 e ridurre il sovraccarico del sistema sanitario.
“Nel 2019 – continua Icardi – abbiamo somministrato 712mila vaccini coprendo il 53 per cento degli ultra sessantacinquenni, e abbiamo avanzato 1500 dosi. Per quest’anno ne abbiamo acquistate 1,1 milioni, abbastanza per raggiungere l’obiettivo di copertura del 75 per cento dei soggetti più fragili”.
Lorenza Ferrara, dirigente del servizio di riferimento regionale per il controllo e la sorveglianza delle malattie infettive, precisa però che “in Piemonte non ci sono stati i tempi tecnici per organizzare una rete di pediatri in grado di somministrare il vaccino anche ai bambini sani. Per farlo devono infatti munirsi di un frigorifero per conservare le fiale. Tra l’altro nella comunità scientifica ci sono dubbi sull’utilità di vaccinare i bambini sani. Da sempre è prioritario immunizzare quelli a rischio, con diabete, cancro o malattie polmonari, o i conviventi di pazienti gravi”.
Alla ricerca di scorte
Il Molise, spiega la direttrice sanitaria dell’Asrem (azienda sanitaria regionale del Molise) Maria Virginia Scafarto, “ha fatto un accordo con la Campania per avere altre 20mila dosi”.
Le amministrazioni, dicevamo, hanno anche un’altra necessità: non accumulare confezioni inutilizzate nei magazzini, e quindi non sprecare denaro pubblico. “Ogni anno avanziamo dei vaccini, gli ordini devono essere realistici rispetto alle esigenze dei nostri medici e alle previsioni di aderenza da parte della popolazione” chiarisce il direttore generale della Salute in Regione, Lolita Gallo. La Valle d’Aosta non ha indetto nessuna gara.
“Abbiamo anche noi un accordo col Piemonte, a cui abbiamo chiesto 30mila dosi – dichiara l’assessore alla Salute Mauro Baccega. Nel 2019 abbiamo fatto 18mila vaccini, immunizzando il 45 per cento della popolazione fragile. Alzare di trenta punti la copertura è una scommessa ardua, sia in termini di convincimento dei cittadini sia per la tenuta dei servizi vaccinali. Stiamo coi piedi per terra”.
Vaccino antinfluenzale: chi ha la “priorità”?
Prioritario per tutte le Regioni è assicurare ai medici di medicina generale le somministrazioni per gli anziani e le persone ad alto rischio di complicanze correlate all’influenza. Contemporaneamente va protetto il personale sanitario, che deve avere la sicurezza di ricevere il vaccino presso gli ambulatori di prevenzione delle Asl. Forze dell’ordine e insegnanti sono altre due categorie che hanno la precedenza per i servizi regionali. In Lombardia l’assessore al Welfare Giulio Gallera ha riferito che la campagna antinfluenzale partirà dalla seconda metà di ottobre con i pazienti fragili e le donne in gravidanza.
A novembre toccherà agli over 65, seguiti dagli operatori sanitari e i bambini fino al sesto anno infine gli over 60 sani. A supporto dei servizi sanitari, nel rispetto del distanziamento fisico, sono stati messi a disposizione dai Comuni ulteriori spazi, come centri civici, palestre, oratori. Nella sola area metropolitana di Milano hanno già aderito 97 amministrazioni rendendo disponibili 161 aree aggiuntive. La Lombardia si è accaparrata 2,4 milioni di dosi vaccinali e grazie all’opzione del 20 per cento in più arriverà a quasi 2,9 milioni contro 1,3 milioni di un anno fa.