Le case del futuro dovranno essere realizzate con materiali riciclati e con una grande attenzione all’efficientamento energetico. È una scelta obbligata, i numeri parlano chiaro: le costruzioni sono responsabili a livello mondiale del 35-40% del consumo di energia, di circa il 49% dell’uso di materie prima, di circa il 38% delle emissione dei gas serra, del 33 % della produzione dei rifiuti e, insieme all’agricoltura, rappresentano il settore a maggior intensità lavorativa e a maggior ritardo in termini in termini di innovazione e transizione digitale.
Cosa occorre fare? Alcune risposte a questo interrogativo sono emerse nel corso dell’incontro dedicato al tema “Economia circolare e sostenibilità per il settore delle costruzioni. Le esperienze del territorio in ambito europeo” promosso dal Distretto Tecnologico per le costruzioni sostenibili – Stress in collaborazione con l’Ordine Ingegneri Napoli e con il Patrocinio dell’Unione Industriali Napoli e l’Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Napoli e Provincia. L’evento, dedicato alle esperienze del territorio in ambito europeo, ha fatto da cornice al confronto tra soggetti che potrebbero concorrere alla definizione di un sistema produttivo del settore costruzioni improntato sull’economia circolare, nonché alla condivisione di esperienze che si sono dimostrate significative in tal senso, tra cui in particolare tre progetti europei di ricerca industriale sviluppati nell’ambito di Horizon 2020, due dei quali vedono Stress nel partenariato.
I progetti Stress: come i rifiuti diventano una risorsa
Dalle attività del Distretto Stress nasce il dimostratore tecnologico Matrix. Realizzato a Benevento presso il laboratorio Matrix dell’Università degli Studi del Sannio, il dimostratore consiste in una stazione sperimentale appoggiata su una piattaforma di 16 ruote realizzata in calcestruzzo armato. La piattaforma è in grado di ruotare intorno a un asse fisso ed è dotata di pareti intercambiabili e poli-strumentata. Nell’ambito del progetto internazionale “Green Instruct” (Green integrated structural elements for retrofitting and new construction of buildings), coordinato da Stress, i ricercatori hanno studiato l’utilizzo di componenti prefabbricati per l’involucro edilizio eco-sostenibili. Gli elementi modulari, adatti sia a interventi di ristrutturazione sia per nuove costruzioni, sono infatti composti in larga percentuale dal riciclo di rifiuti da costruzione e demolizione.
Più nel dettaglio, le linee di ricerca hanno riguardato il riuso, il miglioramento delle performace termiche e acutiste dei panelli prefabbricati e lo sviluppo e la produzione di nuove fibre rinforzanti dal legno, dai tessuti e dai polimeri. Altri dimostratori tecnologici di questo genere sviluppati in collaborazione con il Distretto Stress sono a Siviglia e presso il laboratorio sperimentale “Test Tavola Vibrante” dell’Università Federico II di Napoli.
Nel segno della sostenibilità vanno anche le soluzioni tecnologiche sviluppate nell’ambito del progetto Re4 (REuse and REcycling of CDW materials and structures in energy efficient pREfabricated elements for building REfurbishment and construction). Il progetto mira alla costruzione di un edificio prefabbricato ad alta efficienza energetica, facilmente assemblabile e smontabile per futuri riutilizzi, contenente fino al 65% in peso di materiali riciclati. Si tratta di un edificio sostenibile perché per la sua realizzazione vengono riutilizzati materiali di scarto che attualmente costituiscono un rilevante problema di impatto ambientale, valorizzandoli come materie prime per la realizzazione di prodotti per l’edilizia e si tratta di un edificio innovativo perché i prodotti sviluppati avranno prestazioni più elevate rispetto a prodotti analoghi attualmente in commercio ed ottenuti con materie prime e processi tradizionali.
Economia circolare: un’opportunità per il pianeta
“L’alternativa all’inquinamento del pianeta non è certo arrestare la civiltà tecnologica – ha detto Ennio Rubino, presidente del Distretto Stress – ma al contrario è saper usare le tecnologie per rendere la nostra civiltà sempre più sostenibile. Non esiste una decrescita felice ma una crescita rispettosa del pianeta. Per metterla in atto bisogna agire da subito su più fronti, uno dei quali è favorire pratiche di riuso del suolo e dei materiali oltre al loro riciclo”.
“Per quel che ci riguarda – ha proseguito Rubino – bisogna spingere in ricerca, innovazione e buone pratiche. Allo scopo di aprirsi all’Europa, il Distretto Stress ha partecipato nel 2016 a una call di Horizon 2020 sul tema del riciclo e riuso dei materiali per le costruzioni, riuscendo ad aggiudicarsi due dei quattro progetti ammessi a finanziamento. Abbiamo maturato un’esperienza significativa, da valorizzare anche nell’orientamento delle future programmazioni 2021-2027 focalizzate su economia circolare, sostenibilità e innovazione dell’ambiente costruito. Sarà inoltre molto importante riuscire a innescare sinergie fra i vari fondi per l’innovazione: regionali, nazionali ed europei” ha concluso il presidente del Distretto Stress, Ennio Rubino.
All’incontro hanno partecipato Alessia Guarnaccia, Consigliere Commissione Ambiente Unione Industriali Napoli, Ennio Rubino, Presidente Stress Scarl, Edoardo Cosenza, Presidente Ordine Ingegneri Napoli, Aniello Tirelli, consigliere Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori Di Napoli e Provincia, Marco Iuorio, Stress, Petra Colantonio, Fenix Donato Zangani, Rina Consulting. Alla tavola rotonda “SostenibilitàÌ€, innovazione e crescita” hanno partecipato Ennio rubino, Presidente Stress Scarl, Edoardo Zanchini, Vice Presidente di LegaAmbiente, Salvatore Rionero, Amministratore Delegato Tecnosistem SpA, Filippo De Rossi, Rettore dell’Università degli Studi del Sannio, Federica Brancaccio, Presidente Acen.