Come di tante altre tematiche di dissesto idrogeologico si parla in Italia, quasi sempre a seguito di una sciagura, da decenni e decenni; la peculiarità è sempre stata quella che anche laddove si emanano addirittura provvedimenti legislativi ad hoc (vedi Sarno e legge omonima n.d.r.) questi poi restano quali cimeli giurisprudenziali anche d’avanguardia ma del tutto disattesi nella loro applicazione pratica.
Ora si vuola fare un passo avanti (?!) e si cerca – dopo l’ennesima catastrofe annunciata genovese – delle figure istituzionali cui affidare poteri straordinari per amministrare questo momento e per dare un assetto stabile ai territori con punti di riferimento territoriali, appunto.
Ecco quindi che il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti dichiara: ”Il Governo dara’ parere positivo all’emendamento allo Sblocca Italia per dare ai governatori i poteri di commissari governativi per le opere contro il dissesto idrogeologico”
Inoltre, per Galletti per velocizzare le procedure per i lavori c’è un problema ”amministrativo ma anche etico: il pubblico deve fare le gare, e su questo dobbiamo migliorare, ma da parte delle imprese serve più responsabilità. Molte imprese sono sane ma alcune esagerano con i ricorsi con fini non sempre chiari”. Ovviamente il riferimento ai fatti genovesi è più che lampante.
In realtà il problema idrogeologico è nazionale, questo il governo si spera lo sappia. L’Italia è uno dei Paesi a maggior rischio idrogeologico per lo scempio del territorio operato per l’ingordigia di politici ed imprese senza scrupoli per tanto e tanto tempo. Dall’iperattività, poi, siamo passati all’immobilismo che è anche peggio.
Seviranno i commissari? E’ giusto che siano i Governatori regionali a coprire questi incarichi? Non lo sappiamo, ma di certo serve che ci sia chi vigili affinchè non si ripeta la vicenda dei commissari post terremoto che pure Governatori erano.