L’emergenza siccità è al centro di questa calda, caldissima estate italiana 2022. Molte regione hanno dichiarato lo stato di emergenza ed iniziato il razionamento delle risorse idriche disponibili. Si va alla ricerca di soluzioni ed una di queste potrebbe, davvero, essere la dissalazione dell’acqua di mare?
Emergenza siccità, qual è la situazione?
Potremmo riassumere la situazione idrica in Italia parlando del fiume simbolo del nostro Paese: il Po. Il fiume, infatti, registra i livelli di acqua più bassi da 70 anni a questa parte e neanche le recenti piogge sembrano aver alleviato una situazione molto pericolosa.
La siccità che sta colpendo il fiume più lungo d’Italia non riguarda il solo fiume ma tutti i comuni che ci fanno affidamento. Sono, infatti, circa 100 i comuni che hanno dovuto prendere delle iniziative per rimediare a questa emergenza come, ad esempio, far ricorso alle autobotti per rifornire le case di acqua.
Dissalazione dell’acqua di mare, cos’è?
Emergenza che porta tutti a cercare delle soluzioni. Una di questa che prova a “farsi strada” è quella della dissalazione dell’acqua di mare. Andiamo, però, per gradi: cos’è? La dissalazione (conosciuta anche con il nome di desalinizzazione) è quel determinato procedimento che riduce o elimina totalmente i sali presenti all’interno dell’acqua marina. In questo modo l’acqua “trattata” viene resa potabile o adatta all’agricolutura e all’industria.
Quanti sono i processi di dissalazione?
La Desalinizzazione può essere fatta attraverso due distrinti procedimenti ma che producono lo stesso risultato:
- Osmosi inversi
- Distillazione
Distillazione: il procedimento più antico
La distillazione è il metodo di desalinizzazione più antico e semplice. Tramite una fonte di calore l’acqua marina viene scalda e si ottiene vapore acqueo. Come conseguenza di questo processo, il vapore lascia come residuo il sale. Il vapore viene poi raccolto e trasformato nuovamente in liquido tramite condensazione, ottenendo perciò acqua dolce.
Ovviamente questa tecnica a grande scala non viene applicata usando ampolle e becher ma si utilizzano grandi impianti lungo le coste che sono in grado di trattare ogni giorno enormi volumi d’acqua. Trattandosi di una tecnica che sfrutta il calore, però, è facile comprendere come si tratti di un processo piuttosto dispendioso dal punto di vista energetico.
Osmosi inversa
L’osmosi inversa prevede l’utilizzo di membrane che, per dirla in modo semplice, funzionano come dei filtri. Le maglie di questi filtri sono piccole a sufficienza per far passare le molecole d’acqua ma non quelle di sale, ottenendo perciò acqua dolce.