A chi rivolgersi per avere una diagnosi di dislessia? In genere questo disturbo dell’apprendimento emerge durante negli anni della scuola primaria: oltre alla scuola, però, il percorso coinvolge anche le famiglie, il pediatra e le strutture sanitarie. In occasione della Settimana Nazionale della Dislessia 2022, l’Associazione Italiana Dislessia (AID) ha organizzato una serie di eventi all’insegna dell’innovazione e dell’inclusione.
Casi di DSA quintuplicati in dieci anni
Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Istruzione, nell’anno scolastico 2020/21, gli alunni ai quali è stato diagnosticato un disturbo dell’apprendimento sono 326.548, vale a dire il 5,4% della popolazione scolastica. L’anno precedente i casi erano stati 318.678, cioè il 5,3% degli studenti. Nel 2010, gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) accertati rappresentavano lo 0,9% della popolazione scolastica. Tra le cause del vistoso aumento di casi individuate dall’AID va considerato il bilinguismo. Gli alunni di origine migratoria che frequentano le scuole italiane sono a contatto, oltre che con la lingua natia, anche con quella del Paese in cui crescono. Una maggiore conoscenza degli indicatori da parte del personale docente ha sicuramente portato alla luce casi che altrimenti sarebbero rimasti sconosciuti. La pandemia, infine, ha contribuito a un ulteriore aumento dei casi ma a oggi non esistono ancora dati certi.
Caratteristica vs malattia
Quando parliamo di DSA non parliamo di malattie bensì di caratteristiche dell’individuo. Il cervello segue percorsi di apprendimento diversi dai più comuni creando reti neuronali diverse. Tali modalità non hanno nulla a che fare con il quoziente intellettivo e non precludono il raggiungimento dell’obiettivo che può essere leggere, scrivere o fare di conto. Occorrono tempo, pazienza e strumenti didattici adeguati. I DSA non hanno origine quindi in fattori ambientali o psicologici. A volte possono essere considerate persone intelligenti ma svogliate poiché fuori dall’ambito scolastico sono vivaci e creativi.
Al di là delle considerazioni, esistono indicatori di rischio, anche precoce, che a un occhio esperto non sfuggono:
- conoscenza di poche parole e significati
- difficoltà a recitare filastrocche in rima
- lentezza nel decifrare le singole lettere
- difficoltà nella scrittura
- errori nel conteggio da 0 a 20.
In genere, gli insegnanti sono le persone che più facilmente hanno l’opportunità di riscontrare difficoltà di apprendimento ma qualsiasi percorso parte sempre dalla richiesta della famiglia dell’interessato.
Dislessia: a chi rivolgersi per la diagnosi
Le diagnosi di dislessia sono rilasciate da psicologi o da neuropsichiatri infantili attraverso la somministrazione di appositi test. Test standardizzati e condivisi, in linea con le indicazioni della Consensus Conference, del Panel di Aggiornamento e Revisione della Consensus Conference e dell’Istituto Superiore di Sanità. E’ possibile rivolgersi a strutture private accreditate o all’Asl di riferimento, al reparto di Salute Mentale e Riabilitazione in Età Evolutiva (TSRMEE), o all’Unità operativa di Neuropsichiatria Infantile (UONPIA). E’ possibile richiedere una diagnosi di dislessia, disortografia e disgrafia alla fine della seconda elementare e quella di discalculia alla fine della terza elementare.
Per molti bambini la diagnosi di un DSA rappresenta l’inizio di una nuova vita nella quale le difficoltà che sentivano nell’apprendimento trovano un nome e le differenze percepite rispetto ai loro compagni cambiano aspetto.