Le discriminazioni in Italia, come nel resto del mondo, sono più o meno manifeste. Si rivolgono a chiunque appaia differente dalla massa per etnia, religione, orientamento sessuale. L’odio che è alla base delle discriminazioni è così dilagato da investire anche donne e disabili. Il primo marzo ricorre la Giornata Internazionale contro la discriminazione che vuole combattere contro ogni forma di disuguaglianza basata sull’odio per il diverso.
Persone di colore, credenti di altre religioni: sono queste le “categorie sociali” che per prime hanno subito la discriminazione del resto del mondo. Teorie su presunte superiorità della razza bianca e il fanatismo religioso hanno alimentato un sentimento di odio che col tempo si è esteso sempre di più. Si è esteso fino a investire letteralmente chiunque manifesti caratteristiche od orientamenti diversi da quelli espressi dalla massa.
Discriminazioni in Italia e nel mondo: l’odio che dilaga
Indro Montanelli
“Siamo tolleranti e civili, noi italiani, nei confronti di tutti i diversi. Neri, rossi, gialli. Specie quando si trovano lontano, a distanza telescopica da noi.”
Sembra proprio che Montanelli avesse una specie di sfera di cristallo quando affermava quanto abbiamo citato perché se da un lato è pur vero che la discriminazione è presente oggettivamente nella nostra società, post moderna o contemporanea che dir si voglia, dall’altro ci sono due posizioni contrapposte.
Da un lato c’è chi la mette continuamente in evidenza e dall’altro c’è chi la nega in maniera assolutistica
Volendo solo fare cenno ai dati correnti, basti pensare che l’Istat stessa a più riprese e con più rapporti non ha lesinato di mettere in evidenza che i numeri sono preoccupanti e sempre più complessi. Lo sviluppo dei social non ha fatto altro che acuire ancora di più i sentimenti discriminatori e quelli di odio assoluto verso l’altro da se.
Le donne sono oggetto di discriminazioni secondo il 43,7% della popolazione, la percentuale sale al 59,4% per gli immigrati, al 61,3% per le persone omosessuali per arrivare all’80,3%
Discriminazioni in Italia e nel mondo: inclusione parola magica
Non ci si deve necessariamente abbandonare ad accurate analisi sociologiche ed antropologiche per capire che quello della discriminazione, anche in Italia, è un problema dai forti connotati e che richiede interventi seri e non solo giornate commemorative che, sebbene siano meritorie per il tentativo di focalizzare il problema, in realtà diventano i soliti momenti retorici e vacui.
La parolina magica è sempre la stessa: «inclusione». Fin tanto che questo concetto non diventerà il mantra di tutti le cose non si smuoveranno di una sola virgola. Un concetto così semplice eppure così difficile da assimilare e mettere in pratica.
Basta crogiolarsi solo nelle statistiche e cercare di capire se la discriminazione ha investito più donne o omosessuali o disabili (altra discriminazione molto forte in Italia). Rimbocchiamoci tutti le maniche, includere è una questione di cultura, se non ci formiamo e non formiamo i giovani a questa idea possiamo anche chiudere.
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