In Africa, 35 milioni di persone sono sfollate, costrette ad abbandonare la propria casa a causa di guerre e disastri climatici. Questo dato rappresenta un aumento triplicato rispetto al 2009, secondo quanto riferito dall’Internal Displacement Monitoring Centre (IDMC) nel suo ultimo rapporto. Quindici anni fa, gli sfollati interni erano 11,6 milioni. I conflitti armati sono responsabili da soli di 32,5 milioni di sfollati, pari all’80% del totale. La maggior parte di questi proviene da cinque paesi: Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Nigeria, Somalia e Sudan.
Disastri climatici: l’impatto del cambiamento climatico
Il rapporto sottolinea anche che, rispetto al 2009, si è verificato un aumento di sei volte degli spostamenti causati da calamità climatiche, passati da 1,1 milioni a 6,3 milioni. Le inondazioni rappresentano il 75% degli sfollamenti climatici registrati nel 2023, mentre la siccità è responsabile dell’11%. In alcuni casi, conflitti e disastri climatici si sovrappongono. In Nigeria, ad esempio, le persone che fuggono dalla violenza di Boko Haram si ritrovano a dover scappare nuovamente a causa delle frequenti inondazioni annuali.
Alexandra Bilak, direttrice dell’IDMC, ha osservato che i disastri stanno sfollando un numero crescente di persone ogni anno, soprattutto a causa delle inondazioni che colpiscono tutto il continente. Anche un portavoce dell’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite ha sottolineato che le inondazioni stanno causando spostamenti di massa sempre più gravi, che richiedono urgenti interventi umanitari.
Una risposta necessaria e urgente
Secondo il portavoce delle Nazioni Unite, “non può esserci una soluzione umanitaria alla crisi climatica, ma il sistema umanitario si sta adattando per aiutare le persone più colpite e costruire resilienza agli shock climatici”. L’IDMC ha concluso il rapporto evidenziando l’importanza di intensificare gli sforzi per affrontare la crescente minaccia di inondazioni e siccità. Alexandra Bilak ha aggiunto: “La situazione degli sfollati in Africa è assolutamente critica, ma non disperata”.
Bilak ha riconosciuto esempi positivi di governi africani impegnati nell’affrontare le cause profonde degli sfollamenti e ha invitato la comunità internazionale a sostenere i loro sforzi. Ha concluso con un appello: “Non è troppo tardi per aiutare coloro che sono stati costretti a fuggire dalle loro case, ma non c’è tempo da perdere”.
Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay