(Adnkronos) – Si potrebbe partire dalla distinzione polemica che fa Aurelio De Laurentiis tra imprenditori e prenditori e sostenere, come fa lui, che il mercato abbia perso. Oppure ribaltarla, e sostenere che con l’accordo sui diritti tv della Serie A che restano a Dazn e Sky per i prossimi 5 anni abbia vinto proprio il mercato. Sono punti di vista diversi e inconciliabili tra loro.
Diritti tv: la notizia
Il punto di partenza non può che essere la notizia di oggi. La Lega Calcio si assicura almeno 900 milioni l’anno per i prossimi 5 anni che danno respiro, e una prospettiva, a un sistema in profonda difficoltà economica. Chiunque abbia seguito almeno un po’ le vicende finanziarie legate al calcio, non può che riconoscere la sequenza e la stratificazione di errori che hanno peggiorato la situazione delle società di Serie A negli ultimi anni, tra bilanci gonfiati, plusvalenze fittizie e alchimie contabili per tenere in piedi una baracca che spende sistematicamente più di quello che produce. Senza capacità di investire e pianificare. Senza la forza di scommettere su un futuro che non sia a brevissimo termine. E da questo punto di vista l’approccio del patron del Napoli è piuttosto lineare: al calcio servono imprenditori capaci di fare investimenti.
La teoria di ADL
L’altro pilastro della teoria di De Laurentiis è che l’offerta arrivata da Dazn e Sky non solo non sia sufficiente economicamente ma che sia anche ‘sporcata’ da un servizio non all’altezza della situazione. Vero o falso? Se della qualità e dei disservi si può e si deve sempre parlare, pretendendo che il prodotto calcio sia di più alto valore possibile, rispetto al valore dell’offerta c’è un problema sostanziale, che riguarda la prima legge del mercato, l’incontro della domanda e dell’offerta. I diritti tv vanno a chi ha offerto di più e, in questo caso, all’unica offerta realmente presente su mercato. L’offerta di Sky e Dazn, in questo contesto di mercato, viene evidentemente ritenuta congrua. E di questo De Laurentiis non può che prendere atto.
Mettersi in proprio?
Proprio perché il mercato è questo, e quella per aggiudicarsi i diritti della Serie A è stata tutto tranne che una corsa al rialzo, l’idea sostenuta dal presidente del Napoli si è orientata fuori dalla convenzionali logiche di mercato. In estrema e grossolana sintesi, mi faccio da solo quello che il mercato non mi garantisce. Ovvero, un canale televisivo della Lega per andare direttamente all’utente finale, il tifoso, saltando l’intermediazione dei broadcaster. Con quali costi, quali tempi e quali risultati finali? Queste domande, e soprattutto la mancanza di risposte certe, ha evidentemente orientato la decisione delle 17 società che hanno votato a favore dell’accordo. Imprenditori che hanno valutato le condizioni di mercato, secondo loro. Tutti prenditori, secondo De Laurentiis, che condannano il calcio a morire. (Di Fabio Insenga) —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)