L’UE migliora la tutela dei diritti dei consumatori. Gli ambasciatori degli Stati membri riuniti in sede di Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio hanno approvato oggi la posizione del Consiglio su un progetto di direttiva che modifica quattro direttive esistenti dell’UE a tutela degli interessi dei consumatori.
Il progetto di direttiva tocca un’ampia gamma di argomenti. Modifica la direttiva sulla pratiche commerciali sleali (2005/29/CE), la direttiva sui diritti dei consumatori (2011/83/UE), la direttiva sulle clausole abusive nei contratti (93/13/CEE) e la direttiva sull’indicazione dei prezzi (98/6/CE). Il testo è stato presentato insieme a una proposta relativa ad azioni rappresentative a tutela degli interessi collettivi dei consumatori nel quadro del “new deal per i consumatori”, avviato dalla Commissione nel 2017.
Diritti dei consumatori: cosa prevede la direttiva
La direttiva prevede:
- l’armonizzazione rafforzata delle norme in materia di sanzioni per queste direttive, a condizione che i criteri di cui tenere conto per l’imposizione di tali sanzioni siano indicativi e non esaustivi, che talune restrizioni e opzioni si applichino ad alcuni dei testi in esame e fatto salvo il regolamento 2017/2394 sulla cooperazione per la tutela dei consumatori. Per le infrazioni diffuse transfrontaliere, la direttiva prevede che le autorità nazionali abbiano in particolare la facoltà di infliggere sanzioni pecuniarie per un importo massimo che sia come minimo pari al 4% del fatturato del professionista, quando applicano la direttiva sulla pratiche commerciali sleali, la direttiva sui diritti dei consumatori, la direttiva sulle clausole abusive nei contratti
- il diritto a rimedi individuali per i consumatori quando vengono danneggiati da pratiche commerciali scorrette, come un marketing aggressivo, e a condizione che i rimedi siano proporzionati ed effettivi e non incidano sull’applicazione di altri rimedi a disposizione dei consumatori ai sensi del diritto dell’Unione o del diritto nazionale;
- maggiore trasparenza per i consumatori sui mercati online. la direttiva impone ai mercati online di informare chiaramente i consumatori in merito ai seguenti aspetti: a) i principali parametri che determinano la classificazione delle varie offerte; b) se il contratto è concluso con un professionista o con un privato; c) se si applica la normativa di tutela dei consumatori, e d) quale professionista (fornitore terzo o mercato online) è responsabile di garantire i diritti dei consumatori relativi al contratto (come il diritto di recesso o la garanzia legale). La direttiva impone inoltre che le applicazioni digitali come mercati online, strumenti di confronto, app store (portali per scaricare applicazioni a pagamento) e motori di ricerca indichino agli utenti i risultati di ricerca che contengono “posizionamenti a pagamento” (cioè i casi in cui i terzi pagano per comparire ai primi posti), o “inclusioni a pagamento” (cioè i casi in cui i terzi pagano per figurare nell’elenco dei risultati)
- la tutela dei consumatori rispetto ai servizi digitali “gratuiti”, vale a dire i servizi digitali per i quali i consumatori non pagano denaro ma forniscono dati personali, come l’archiviazione su cloud, i media sociali e gli account di posta elettronica
- l’eliminazione degli oneri eccessivi imposti alle imprese dalla normativa vigente, come i mezzi di comunicazione obsoleti
- chiarimenti riguardo alla libertà degli Stati membri di adottare provvedimenti per proteggere gli interessi legittimi dei consumatori rispetto a pratiche particolarmente aggressive o ingannevoli di commercializzazione o vendita nel quadro di vendite negoziate fuori dai locali commerciali
- chiarimenti riguardo ai modi in cui gli Stati membri dovrebbero trattare la commercializzazione ingannevole di prodotti “a duplice qualità”.
Diritti dei consumatori: prossime tappe
La presidenza rumena del Consiglio esaminerà adesso con il Parlamento europeo la possibilità di convenire sull’adozione della direttiva in prima lettura.