In collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi, la Fondation Pierre Gianadda presenta una mostra che riunisce per la prima volta tre artisti particolari: lo svizzero Ferdinand Hodler (Berna 1853 – Ginevra 1918), il francese Claude Monet (Parigi 1840 – Giverny 1926) e il norvegese Edvard Munch (Løten 1863 – Oslo 1944).
Attivi tra impressionismo, postimpressionismo e simbolismo, appaiono come pittori fondamentali della modernità in Europa, con opere che si spingono nel XX secolo fino al 1918 per Hodler, fino al 1926 per Monet, fino al 1944 per Munch.
I loro capolavori hanno esercitato un’influenza determinante nella storia dell’arte: tutti e tre hanno affrontato con la stessa costanza, a rischio anche di risul tare incompresi, alcuni problemi della pittura, in apparenza insormontabili.
Il problema per Hodler, ad esempio, era come dipingere la neve, il lago, la montagna. Ma anche – e lo ha fatto per tutta la vita – come raccontare l’orizzonte delle Alpi, in una ricerca continua dall’alba al crepuscolo; per Monet come suggerire i movimenti e le variazioni della luce sull’acqua o sul tronco di un albero, malgrado l’immobilità della pittura; per Munch come trattare con i colori alcuni motivi particolari (una casa rossa, i marinai nella neve, il tramonto) e su questo si concentra incessantemente, fino alla depressione.
Tutti e tre questi artisti, insomma, hanno messo la pittura alla prova dell’impossibile.
La rassegna, attraverso questo approccio originale, propone una lettura nuova di queste figure dalle origini e dalle culture certo diverse.
Oltre alla mostra sono visitabili alla Fondation Pierre Gianadda il Parco delle Sculture, il Museo gallo-romano e il Museo dell’automobile.