Solitamente si ritiene il monoteismo una prerogativa delle religioni abramitiche: cristianesimo, islam e ebraismo. La radice giudaica in comune fa risalire la propria fede monoteistica a più di 3.000 anni fa, tuttavia in Cina, paese in cui sono presenti diffuse tradizioni spirituali politeiste, è accertata la presenza di un culto monoteista, probabilmente antico almeno quanto quello abramitico. Questo era molto attivo nel lontano passato, ma tuttavia è ancora profondamente radicato nella religiosità cinese. Durante la dinastia Shang (1600 a.C – 1046 a.C) era molto diffuso il culto di Shang Di (Supremo Imperatore), una suprema divinità con tante caratteristiche monoteiste.
In Cina, a quei tempi esistevano già culti religiosi in cui si adoravano e si offrivano sacrifici a varie divinità, molte delle quali erano antenati del clan che deteneva il potere (poiché alcuni componenti del clan venivano divinizzati); altre invece erano entità rappresentanti forze della natura. Tutto il ricco pantheon di epoca Shang, sottostava al potere e al volere di Shang Di (spesso in epoca Shang identificato soltanto con il termine “Di”), considerato allora il Dio assoluto. Shang Di, secondo l’allora popolo cinese, aveva un ruolo attivo in tutti gli affari umani, dalla giustizia, al raccolto, alle condizioni climatiche, alla salute, ecc; per questo motivo, il popolo per ricevere l’aiuto di Shang Di, lo adorava e cercava di compiacere la sua volontà, che si concretizzava nel rapporto con il sovrano, che a quell’epoca era ritenuto in diretto contatto con essa. Già in epoca Shang infatti, il potere del sovrano era giustificato dal volere di Shang Di e la prosperità o l’indigenza del popolo erano segno del buono o del cattivo rapporto tra l’imperatore e la massima divinità.
Quando in Cina prese il potere la dinastia Zhou (1045 a.C – 256 a.C), per giustificare la loro presa di potere nei confronti del popolo cinese, diffusero l’idea che il volere della divinità fosse cambiato e che essa avesse spodestato i governatori Shang e dato “il Mandato del Cielo” agli Zhou, tradizione questa del “mandato del cielo” che durerà fino alla dinastia Qing (1644 d.C – 1911 d.C). Anche durante tutti i secoli della dinastia Zhou al potere, la religione in Cina era molto devota alla figura di Shang Di, che affronterà però in questo periodo diversi cambiamenti: se pur considerato sempre la massima divinità, il termine “Shang Di” verrà anche visto come una sorta di titolo per antenati e per altre divinità, quindi sempre più divinità saranno accompagnate da questo appellativo. Sempre in epoca Zhou il termine “Tian”, traducibile come “cielo”, assunse spesso lo stesso significato del termine “Shang Di”, infatti questa denominazione veniva usata per parlare della massima divinità ma, sopratutto nel tardo periodo Zhou, anche in altri contesti con differenti significanti: più comunemente con il termine “Tian” si intendeva la divinità suprema, ma in altre epoche ci si poteva anche riferire a un tipo di destino o provvidenza o anche una sorta di paradiso. Shang Di e Tian saranno oggetto di innumerevoli attenzioni da parte di intellettuali cinesi, soprattutto in ambito confuciano, ma anche taoista; il termine “Di” ad esempio, viene usato nel capito 4 del Dao De Jing e il carattere in questione, nelle varie traduzioni di questo testo, viene spesso tradotto come “Dio” o “Suprema divinità”: “Vuota è la Via, e quanto più opera o la si usa, meno serve riempirla! Come un abisso! Pare, dei diecimila esseri l’antenato! Le asperità ottunde, i nodi dipana, attenua il bagliore, le disperse polveri raduna. Scompare! Eppure sopravvive! Ignoro di chi sia figlia, ma precede, pare, la Suprema Divinità”.
A riaccendere il dibattito nei secoli a venire contribuiranno molto i missionari cattolici, che nella ricerca di un’efficace traduzione per la parola “Dio”, in molti casi optarono per il termine “Shang Di”; l’uso di questo termine in Cina è ancor presente in diversi movimenti cristiani. Oggi il culto di Shang Di, sembra essere soltanto un lontano retaggio del passato, tuttavia, questo è impregnato nella religiosità popolare e molte persone tengono ancora conto del volere del Dio Shang Di.