L’Ibisco, conosciuto con il nome di Carcadè o Tè rosa dell’Abissinia, è un fiore tropicale appartenente alla famiglia delle Malvaceae. Il Carcadè è originario delle Indie occidentali, ma è diffuso anche in Asia (India, Sri Lanka) ed Africa (Etiopia, Sudan).
L’Ibisco viene usato in fitoterapia ad uso interno per le sue proprietà rinfrescanti, dissetanti, lassative, diuretiche, vitaminizzanti, angioprotettrici ed antinfiammatorie, mentre per uso esterno vanta proprietà lenitive.
L’Ibisco trova quindi impiego per uso interno nel trattamento della stipsi e delle turbe epatiche. Per uso esterno, l’Ibisco è adatto come lenimento per le pelli infiammate.
Con nostra sorpresa, secondo alcuni ricercatori, i benefici dell’ibisco vanno ben oltre.
Pare che i petali di questo fiore, infatti, contengano delle sostanze in grado di ridurre l’obesità e il sovrappeso negli individui che consumano cibi iper-calorici, ma non solo. Anche i sintomi di patologie quali la steatosi epatica (comunemente detto fegato grasso) vengono alleviati e il livello di glucosio nel sangue regolato.
Lo studio è stato pubblicato nella rivista scientifica Food & Function, che ha sancito che gli estratti del fiore dell’ibisco costituiscono un trattamento «effettivo e sicuro per prevenire lo sviluppo e trattare i sintomi dell’obesità». Il tè è disponibile in una varietà di negozi specializzati, come le erboristerie e gli altri negozi biologici in Europa, che lo vengono sotto forma di tisana.
Le parti della pianta utilizzate in fitoterapia sono i fiori, ma in certe preparazioni erboristiche vengono usati anche foglie, semi e radici. Le relative dosi di assunzione normalmente consigliate, , sono pari a 1,5 grammi di sostanza aromatica di Ibisco in 150 ml di acqua bollente (infuso), un cucchiaio da minestra in un litro d’acqua bollente (infuso), 50 mg di estratto secco di Ibisco per capsula (1-2 capsule per tre volte al giorno), 40 gocce di Ibisco tintura madre due volte al dì.
L’Ibisco non presenta particolari effetti collaterali alle comuni dosi terapeutiche, a meno che non ci sia un’accertata ipersensibilità del paziente ad uno o più principi attivi contenuti nella droga.
A scopo cautelativo l’impiego dell’Ibisco è sconsigliato in gravidanza ed in allattamento. Comunque anche se l’effetto della tisana è reale, non è sufficiente solo consumare questo alimento naturale, importante è la combinazione con l’esercizio fisico e la riduzione di carboidrati.