Landini: “Non sempre cambiare idea è un errore soprattutto se ci si rende conto che il problema è anche cambiare un modello di sviluppo”. Plano: ”Vedo tante bandiere ma non quelle del mio partito; sono iscritto al Pd. Se per il Pd la mia presenza è un problema, mi dispiace. Ma se è una scusa per non esserci, mi dispiace ancora di più”. VIta: “Penso che oggi il Partito democratico abbia fatto un errore”
Sono arrivate da tutta Italia le diverse migliaia di lavoratori della Fiom che hanno manifestato per le strade della capitale. Ad aprire il corteo lo striscione ‘Democrazia al lavoro’. Tante le bandiere. I manifestanti hanno scandito cori come ‘L’art. 18 non si tocca’ e ‘Per fortuna la Fiom c’è’. Poi contestazioni contro il governo Monti e il Pd, assente alla manifestazione. Oltre alle tute blu, alla manifestazione — che si è svolta senza incidenti — hanno partecipato anche studenti, associazioni dell’area antagonista della Capitale e sostenitori del movimento No Tav. Secondo gli organizzatori sono scese in piazza decine di migliaia di persone, anche grazie all’arrivo di circa 600 pullman da varie parti d’Italia. Si tratta della seconda importante protesta sindacale dopo lo sciopero nazionale di tre ore indetto da Cgil-Cisl-Uil contro la riforma delle pensioni approvata dall’esecutivo in autunno. La Fiom minaccia lo sciopero generale contro la riforma del lavoro “se da lunedì non si avvierà una trattativa seria e non ci saranno risposte”. Lo ha detto il segretario generale dei metalmeccanici della Cgil, Maurizio Landini, dal palco di Piazza San Giovanni dove si è conclusa la manifestazione delle tute blu che hanno invaso Roma in non meno di 50.000. I metalmeccanici sono scesi in piazza, come spiegato nei giorni scorsi dallo stesso Landini, per la “riconquista” del contratto nazionale di categoria e della rappresentanza in fabbrica. Alla base della piattaforma, anche la richiesta di estendere l’occupazione e gli ammortizzatori sociali, introdurre un reddito di cittadinanza, cancellare l’articolo 8 della scorsa manovra estiva che consente ai contratti aziendali e territoriali di derogare ai contratti nazionali ed alle leggi sul lavoro. Landini ha difeso, poi, le ragioni del sindacato e dei rappresentanti territoriali che si schierano contro la costruzione della Tav: “Non sempre cambiare idea è un errore soprattutto se ci si rende conto che il problema è anche cambiare un modello di sviluppo”. Sandro Plano, presidente delle Comunità montane della Val di Susa, ringrazia la Fiom per l’invito alla manifestazione: ”Vedo tante bandiere ma non quelle del mio partito; sono iscritto al Pd. Se per il Pd la mia presenza è un problema, mi dispiace. Ma se è una scusa per non esserci, mi dispiace ancora di più”. ”La nostra non è solo una battaglia per il nostro giardino ma è una battaglia che ci accomuna per la democrazia nelle fabbriche e nelle valli”, ha detto dal palco, ritrovando analogie tra Fiom e no Tav. Non sono mancate adesioni alla manifestazione dal mondo politico. “L’Idv è scesa in piazza con la Fiom per difendere il lavoro, perché in Italia tira una brutta aria. Qualcuno pensa di risolvere i problemi economici del nostro paese trasformandolo in una piccola Cina”, ha detto il capogruppo dell’Idv alla Camera Massimo Donadi. Il senatore del Pd Vincenzo Vita spiega la sua decisione di partecipare al corteo: “Penso che oggi il Partito democratico abbia fatto un errore”.