E’ il documento più disatteso nella storia dell’umanità. Parliamo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani adottata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Gli orrori della Seconda Guerra Mondiale erano ancora negli occhi e si guardava al futuro in un’ottica di pace e uguaglianza. Con il documento si volle creare un sentire comune e degli organi internazionali che superassero le lacune legislative dei singoli Paesi. Quella per i Diritti Umani è una battaglia sempre in corso e che richiede energie 365 giorni all’anno. Allungando lo sguardo in giro per il mondo possiamo ascoltare storie di continue violazioni dei diritti umani ma piccole grandi discriminazioni si consumano anche al di là della porta accanto.
I diritti delle donne
Loujain al-Hatlhoul è un’attivista araba per i diritti delle donne. Ha iniziato la sua battaglia mettendosi alla guida di un’auto e oggi il divieto per una donna di guidare è stato revocato. Quando nel 2015 alle donne è stato riconosciuto il diritto di voto, si è candidata alle elezioni. Quanto le è costata la sua battaglia? Nel 2018 è stata arrestata senza conoscere la sua imputazione, senza la possibilità di avvalersi di un avvocato e subisce costantemente torture. Sorte molto simile a quella riservata a Patrick Zaki che resterà in carcere per altri 45 giorni per presunta attività sovversiva. Tornando nella nostra civilissima ed emancipatissima Italia, non più di due giorni fa un uomo, che nel 2018 uccise la moglie, è stato assolto perché giudicato affetto “da un delirio di gelosia”. Una sentenza molto pericolosa perché rischia di far sdoganare un sentimento che fa leva sull’idea del possesso in un Paese dove ogni tre giorni una donna è uccisa dal proprio partner.
I diritti dei neri e dei migranti
George Floyd è stato, suo malgrado, uno dei protagonisti di quest’anno orribile. La sua storia è la stessa di tanti altri afroamericani che da decenni trovano la morte per mano di poliziotti bianchi. Stavolta, però, qualcosa è cambiato e a sfilare per le strade di tutto il mondo al grido di “No justice, no peace” e di “Black lives matter” ci sono andati i neri e i bianchi, comuni cittadini e poliziotti. Sempre in quest’anno terribile, non si sono fermati gli sbarchi dei migranti. La ricerca di un futuro migliore rispetto a quello che mette loro a disposizione il Paese d’origine non si ferma e l’Unione europea ha finalmente preso in carico la questione per addivenire a una soluzione concreta.
Dichiarazione dei Diritti Umani e Unione europea
E sempre l’Unione europea, in queste settimane nelle quali si sta pensando al post pandemia, ha adottato una linea politica di tutto rispetto. I soldi del Recovery Fund, o Next Generation UE, saranno erogati solo ai Paesi che garantiranno il pieno rispetto dei diritti umani. Il veto di Paesi come Ungheria e Polonia all’approvazione del bilancio comunitario non può fermare questo cammino. Dopo una sciagura di queste dimensioni abbiamo il bisogno di costruire un mondo più equo dove tutti possano sentirsi al sicuro: neri, gay, donne, anziani, cristiani, ebrei, musulmani. Dove non ci sia spazio per fantasiosi ossimori da parte di leader politici che hanno l’ardire di accostare la parola democrazia all’aggettivo illiberale.
In copertina foto di Betty Martin da Pixabay