La Galleria 8,75 Artecontemporanea di Reggio Emilia (Corso Garibaldi, 4) presenta la mostra personale dell’artista Carmen Panciroli dedicata al genere del ritratto, inteso come strumentoprivilegiato per sondare la profondità psicologica del soggetto.
Curata da Agnese Spinelli e Chiara Serri, in mostra una ventina di opere ad olio su tela di lino di piccolo formatorealizzate nel 2016, tratte dalla serie “Uno, nessuno, centomila“.
Il titolo della personale – “Dialoghi inconsueti” – fa riferimento al continuo rimando tra presente e passato, tra volti familiari ed icone della storia dell’arte.
«Non una citazione vera e propria, scrive Chiara Serri, piuttosto un’ispirazione, la volontà di sottrarre l’arte alla velocità di consumo imposta dalla società contemporanea, attraverso una pittura dai tempi lunghi, stratificati».
La formazione dell’artista avviene, infatti, attraverso la meticolosa copia dei maestri del passato. Ogni opera nasce da un disegno preparatorio, riportato direttamente sul fondoazzurro fiordaliso. Il colore ad olio viene quindi applicato per velature successive, a partire dagli occhi, nei quali si intravede l’anima della persona, in paziente attesa davanti allo sguardo del pittore.
Carmen Panciroli non cerca la bella posa, ma l’espressione, lasciandosi andare anche ad alcuni vezzi che le consentono sperimentazioni tecniche, come la riproduzione delle trasparenze del velo di una sposa (Anna) o di tessuti e pellicce (Marisa, Agnese, Gino), sino all’autoritratto (Carmen) in cui lo sguardo dell’artista, così come nell'”Autoritratto giovanile” di Rembrandt degli Uffizi, è posto in ombra, risultando comunque visibile e magnetico.