Con un rinnovato omaggio alla cultura del territorio all’interno dei locali di “Ottica Mauro” (in via Gonzaga n.50/54, Battipaglia-Salerno), sarà inaugurato “Design in Vetrina”, l’evento che fonde in un nuovo orizzonte creativo arte, moda e performing act, organizzato dalla Fornace Falcone – Officina delle Terrecotte.
Durante la serata sarà possibile ammirare la nuova collezione di occhiali Gucci Prestige e le novità Fendi in esclusiva per Ottica Mauro, attività commerciale leader del settore.
In passerella le modelle sfileranno con gli abiti di Volturale Couture e i gioielli Bisogno. In estemporanea avrà luogo l’azione performativa di arte contemporanea del Maestro Gino Quinto, riprese in diretta sui canali social e sulle piattaforme digitali di Radio Castelluccio.
Le vetrine, per tutto il periodo natalizio, saranno allestite con design Fornace Falcone.
Il bianco accecante sarà il motivo dominante dell’opera dell’artista e performer Gino Quinto, dal titolo emblematico “Sguardi protetti”. Un’idea di visione che rimanda allo sguardo di oggi sull’ambiente che ci circonda. Uno sguardo inquinato, filtrato da protezioni, in cui occhi e occhiali si confondono e si contaminano nell’installazione composta di sette pezzi realizzati con resina riciclata, porcella e ferro saldato a mano.
“Esiste un’arte che consuma l’immagine per trasformarla, adattarla e renderla funzionale al canone della bellezza, quasi reinventando i parametri dell’estetica restituendoli a quello che è il vivere contemporaneo – scrive Massimo Sgroi, curatore della personale di Quinto “Alla Fine del Tempo Perduto”, allestita nel 2016 alla Fornace Falcone Sala Delle Esposizioni – L’artista si muove e lavora sulla linea di confine che si sposa ogni giorno verso la mutazione esponenziale della vita; egli ne legge l’elemento più marcatamente visuale per restituirlo, attraverso l’aspetto seduttivo dell’opera, più che alla concettualità fine a se stessa, all’osservatore. Gino Quinto attrae lo spettatore, attraverso un gioco di rimando, verso la simulazione del reale, nella sua opera non si sottrae alla oscillazione del dualismo platonico del pensiero, anzi, gioca con il rapporto fra il reale ed il più del reale avendo compreso dell’indistinguibilità fra i vari livelli della realtà percettiva. Come in Borges l’artista napoletano rappresenta i brandelli del territorio della mente sulla superficie della scultura/Installazione come oggi accade,fra l’altro, con le parti della realtà vaganti in un immenso territorio virtuale”.
Il performer vive e lavora a Napoli, città che come un filo collega i personaggi e gli eventi che scandiscono il suo percorso. Scambi di esperienze e di concetti, a cui Gino si appassionera? prima come collezionista e poi come artista. Trent’anni trascorsi a costruire una propria.