(Adnkronos) – L’emergenza Dengue continua la sua scia di casi e decessi in Brasile. I contagi superano quota 3 milioni e nelle prime 13 settimane del 2024 il Paese ha già superato il record storico annuale di morti per febbre Dengue. Lo riferisce il ministero della Salute brasiliano.
Il report aggiornato a ieri indicava 1.116 morti confermati, causati dalla malattia, mai così tanti dal 2000. E nel 2023 i morti per Dengue erano stati in totale poco più di mille. Segnali positivi sembrano arrivare dal trend epidemiologico. Secondo il governo brasiliano, infatti, “nella maggior parte delle regioni del Paese è già stato superato il picco di contagi. Otto dei 27 stati mostrano una consolidata tendenza in calo e in altri 12 si evidenzia una tendenza alla stabilità”.
“Dengue non è certamente un’emergenza nazionale e non ci aspettiamo una grande epidemia”. Così all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali, a margine del convegno ‘La protezione vaccinale nei pazienti fragili a rischio’, promosso oggi al ministero della Salute.
“Tuttavia, dobbiamo controllare quello che accade. Lo scorso anno abbiamo avuto 82 casi autoctoni, questo a dimostrazione che il sistema è in grado di sviluppare, di ampliare la malattia una volta che è arrivata nel nostro Paese. Vista la situazione generale, è presumibile che qualche caso in più in Italia quest’anno lo avremo. La possibilità che una persona, dopo aver contratto infezione in una zona ad alta endemia (Sud America o Sud Est Asiatico), arrivi da noi e avendo noi il vettore – la zanzara tigre – sia in grado di trasmettere la malattia è molto probabile”.
“Non ci aspettiamo grandi numeri – rassicura l’infettivologo – anche perché la zanzara tigre è meno competente della zanzara della febbre gialla (Aedes aegypti) a trasmettere il virus. Dobbiamo fare attenzione ovviamente a quante persone arrivano in Italia con la malattia, perché bloccando il paziente si blocca il circuito. E’ bene fare attenzione che non arrivi l’Aedes aegypti in Italia, perché è già presente sul Mar Caspio e quindi sta vicino. Se arrivasse anche in Italia questa zanzara, evidentemente la situazione si modificherebbe e diventeremmo più simili ai Paesi ad alta endemia”, conclude Andreoni.
“La Dengue in Italia non rappresenta un problema di sanità pubblica per la popolazione, semmai deve esserlo per gli amministratori locali perché ormai abbiamo una densità di zanzare anomala per il nostro Paese, vettore di una serie di patologie, tra cui la febbre da Dengue. Gli amministratori locali devono intervenire con disinfestazioni”.
Lo ha detto all’Adnkronos Salute Roberta Siliquini, presidente della Società italiana di Igiene e medicina preventiva e sanità pubblica (SItI), a margine del convegno ‘La protezione vaccinale nei pazienti fragili a rischio’ promosso oggi a Roma, nell’Auditorium del ministero della Salute. La vaccinazione contro Dengue “non è assolutamente consigliata per il nostro Paese. Ma anche per coloro che si recano all’estero, in particolare in zone endemiche, la vaccinazione è raccomandata solo se queste persone hanno già avuto un episodio di Dengue. Quindi, ripeto, non c’è nessun pericolo per la popolazione”.
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