Non sono i molti a parlarne , ma i dati rilevati parlano chiaro: le fasce di età a rischio di essere colpite dalla demenza senile sono i trentenni in stato di obesità o di sovrappeso evidente. A riportare la notizia è uno studio svolto dai ricercatori di Oxford (precisamente allo Unit of Healthcare Epidemiology, Nuffield Department of Population Health dell’ateneo britannico) e pubblicato oggi sul British Medical Journal. L’esperimento è stato effettuato su oltre 500.000 persone nella fascia d’età compresa tra i 30 e i 40 anni, e ha dimostrato che i soggetti che ingrassano a questa età rischiano la demenza senile 3.5 volte di più rispetto a soggetti normopeso. Viene dunque confermato il legame che sussiste tra sovrappeso e la probabilità di sviluppare malattie neurodegenerative, ma i ricercatori aggiungono una variabile in più rispetto al dato di partenza: l’età in cui si inizia ad ingrassare. E’vero dunque che più tardi si ingrassa più diminuisce l’insorgenza di malattie neurodegenerative e declino cognitivo da vecchi. Gli studiosi sono arrivati a questa conclusione prendendo in esame tutti i dati relativi ai ricoveri e alle visite ospedaliere dal 1999 al 2011 ed è emerso che 451.232 persone (57% di queste sono donne), era stata accertata obesità o sovrappeso. Scopo della ricerca era quello di individuare a che età i soggetti smettevano di tenere sotto controllo il proprio peso e quando, conseguentemente, avevano manifestato i primi sintomi di demenza. La correlazione è risultata positiva visti i riscontri concentrati in particolare nella fascia d’età tra i 30 e i 39 anni: il rischio di demenza è 3 volte maggiore rispetto ad un soggetto che riesce a tenere sotto controllo il proprio peso. Nei quarantenni saliamo ad un rischio che sfiora il 70% mentre nei cinquantenni del 50% e nei sessantenni del 40% mentre tra gli over ottanta il rischio demenza è del 22%. Con l’aumentare dell’età è evidente che le probabilità di rischio associato all’insorgere di sintomi neurodegenerativi va a decrescere. Tutte le percentuali sono più o meno uguali sia per gli uomini sia per le donne, tuttavia si riscontrano delle differenze tra le patologie: l’aumento di peso dai quaranta ai sessant’anni comporta più frequentemente sintomi di demenza vascolare (dipendente cioè da lesioni cerebrali dovute a ischemia), mentre mettere su ciccia dopo i sessanta aumenta la probabilità di Alzheimer. Lo studio proposto da Goldacre e Wotton è da prendere tuttavia con le pinze in quanto si tratta di un lavoro osservativo che non tiene conto della storia personale e clinica di ogni singolo paziente, ma i risultati non sono assolutamente da sottovalutare: il rischio di sviluppare forme di demenza è correlato all’aumento del peso che va tenuto sotto controllo sin da giovani.
24 Agosto 2014
DEMENZA SENILE: DATI SHOCK
Scritto da Giulia Sangiuliano
Secondo alcuni ricercatori dell'Università di Oxford vi è una stretta correlazione tra obesità e il rischio di sviluppare patologie neurodegenerative. Le fasce d'età più a rischio? I trentenni.