Si chiama “Officina” ed è la nuova rivista trimestrale del centro interculturale Officine Gomitoli. Dopo l’inaugurazione delle scorse settimane dell’omonimo nuovo “spazio del fare” permanente, dedicato alle attività artistiche e aperto alla città, la Cooperativa Sociale Dedalus rilancia con un prodotto editoriale realizzato dai ragazzi e ragazze del Centro Interculturale e frutto della sinergia di diversi progetti rivolti ad adolescenti e giovani.
Intervista a Elena De Filippo, presidente della Cooperativa Sociale Dedalus
Partiamo con una domanda per rompere il ghiaccio, cos’è la Dedalus?
La Dedalus è un’impresa economica, sociale e democratica, tesa sia a migliorare il benessere delle comunità locali, sia alla costruzione di occasioni di lavoro per i propri soci. E’, inoltre, attenta ai diritti delle persone che vi lavorano, senza distinzioni di ruolo, provenienza nazionale, appartenenza di genere o religiosa.
Come nasce la Cooperativa?
Dedalus nasce a Napoli nel 1981 da un gruppo di persone con storie, competenze e saperi differenti, esperte di economia, mercato del lavoro, ricerca e politiche sociali. Già dalla fine degli anni Novanta ha allargato notevolmente la compagine sociale coinvolgendo operatori sociali, mediatori culturali stranieri e nuove figure professionali.
Quali sono gli obiettivi della Dedalus?
Obiettivo prioritario delle attività intraprese dalla Dedalus è la costruzione di processi di accesso ai diritti di cittadinanza sociale in tutte le loro forme. Dedalus attualmente promuove e sostiene percorsi di cittadinanza, di accoglienza e di orientamento al lavoro in particolare per persone vittime di tratta, minori stranieri non accompagnati, donne in difficoltà, persone transessuali.
Può parlarci di “Officina” e della sua presentazione?
Officina racconta attraverso immagini e testi il lavoro educativo, culturale e di socializzazione del centro interculturale Officine Gomitoli.
La presentazione è andata in scena presso il Centro Interculturale Officine Gomitoli (Piazza Enrico De Nicola, 46 – Napoli). I lavorisono stati introdotti da Alessia Montefusco, Direttore Rivista Cooperativa Dedalus. Alla presentazione hanno poi partecipato Tiziana Zannini, Direttore Generale Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Mia Filippone, Vicesindaco del Comune di Napoli e Assessore alla Scuola e Istruzione, Rosanna Romano, Direttore Generale Politiche Culturali e Turismo della Regione Campania, Renata Caragliano, Critico d’Arte del quotidiano La Repubblica.
Cos’è, invece, Habitart?
Habitar è, uno spazio di apprendimento e socialità nato dal progetto “Aula dei legami” realizzato con in contributo del Dipartimento per le Politiche della Famiglia. Si tratta di un luogo che intreccia talenti e risorse differenti, uno spazio collettivo di diversi percorsi che vedono protagonisti le ragazze e i ragazzi del territorio
Cosa c’è alla base di Habitart?
Habitart, infatti, è un concetto che tiene insieme due parole chiave: abitare e arte, perché è l’arte lo strumento con cui in un processo educativo partecipato e creativo si impara ad abitare il corpo, il quartiere, la scuola e la città.