Il Decreto sulla pubblica amministrazione ha incassato la fiducia della Camera. I voti a favore sono stati 203 mentre quelli contrari 134 e 3 gli astenuti. Continua, dunque, l’iter per l’approvazione della legge che prevede alcuni cambiamenti nell’organizzazione della pubblica amministrazione compresi concorsi e scuola.
Il nodo dello scudo erariale
Il punto cruciale del Decreto pa 2023 sta nel cosiddetto scudo erariale per i dirigenti dello Stato. Lo scudo erariale è quello strumento che solleva i pubblici amministratori dalla responsabilità erariale nei confronti dello Stato. In parole semplici, tranne che in caso di dolo, i casi in cui si possono perseguire gli amministratori pubblici anche in caso di colpa grave sono pochissimi. Lo strumento fu inserito nel 2020 dal primo governo Conte come misura straordinaria per facilitare alcune procedure in tempo di pandemia. Il governo Draghi lo aveva prorogato fino a giugno 2023 per incentivare le azioni della pubblica amministrazione in un momento di ripresa economica come quello post pandemia. In più, con questo strumento, i progetti da realizzare nell’ambito del PNRR non sarebbero stati ostacolati dalla burocrazia difensiva. Il governo Meloni ha proposto di prorogare ulteriormente lo strumento a giugno 2024. Proposta accettata, almeno fino ad ora.
Decreto pubblica amministrazione: gli altri punti principali
Quanto ai dipendenti pubblici, il periodo di aspettativa senza retribuzione loro riconosciuta sale da 12 a 36 mesi. Il diritto è rinnovabile una sola volta e se ne può usufruire anche per iniziare attività professionali o imprenditoriali. I dipendenti pubblici potranno, inoltre, rivedere il proprio inquadramento sulla base delle mansioni realmente ricoperte negli ultimi 5 anni. Consultando le tabelle di corrispondenza tra vecchi e nuovi inquadramenti potranno far valere i requisiti di esperienza e professionalità maturate negli ultimi cinque anni in deroga al titolo di studio richiesto per accedere a quella posizione dall’esterno.
Concorsi pubblici e scuola
Novità previste anche sui concorsi pubblici. Con il nuovo decreto, una quota dei partecipanti a concorsi pubblici per figure non apicali pari al 15% sarà riservata a quanti hanno portato a conclusione senza demerito il servizio civile universale. Sempre per i profili non apicali, fino al 31 dicembre 2026 i concorsi pubblici possono prevedere anche solo la prova scritta. Altra novità riguarda la territorialità dei concorsi. I concorsi unici possono essere, cioè, organizzati su base territoriale. Ogni candidato potrà presentare la domanda per un solo profilo e, in riferimento a esso, per un solo ambito territoriale.
Le novità introdotte dal decreto per il comparto scuola riguardano principalmente la mobilità dei dirigenti scolastici. Per il prossimo anno scolastico, 2023-24, saranno disponibili tutti i posti vacanti in tutte le regioni. Sempre per il prossimo anno si potrà, inoltre, assegnare docenti e dirigenti scolastici ad associazioni che svolgono attività di recupero in ambito sociale o di formazione. Le unità disponibili per questo tipo di assegnazione saranno 150.000.
In copertina foto di SnapwireSnaps da Pixabay