Il Decreto lavoro 2023 è stato approvato ieri, primo maggio, dal Consiglio dei ministri. Riduzione del cuneo fiscale e abolizione del Reddito di cittadinanza sono tra le principali misure varate. Approvare il Decreto sul lavoro proprio nel giorno della Festa del lavoro è stata una scelta molto discussa.
L’Assegno di inclusione
Come annunciato da mesi, il Reddito di cittadinanza scomparirà entro l’anno. Al suo posto ci saranno due misure: l’Assegno di inclusione (Adi) e lo Strumento di Attivazione per gli occupabili (Sda). Il primo andrà ai nuclei familiari nei quali sono presenti minori, disabili o over 60 e avrà carattere permanente.
Per beneficiare dell’Assegno di inclusione saranno necessari determinati requisiti. Potranno richiederlo, infatti, solo le famiglie con Isee non superiore ai 9.360 euro e un reddito di 6.000 euro annui moltiplicati per la scala di equivalenza e un patrimonio immobiliare di valore non superiore a 30mila euro (escluso la casa in cui si vive).
Il calcolo del reddito includerà anche le pensioni e i guadagni da lavoro sportivo a livello dilettantistico. Le famiglie richiedenti potranno avere un auto o una moto. L’auto non deve superare i 1600 cc di cilindrata e la moto non deve andare oltre i 250cc; entrambi i veicoli devono essere stati immatricolati prima dei tre anni precedenti la richiesta.
La soglia di 6000 euro per il reddito può essere aumentata fino a ulteriori 3360 annui nel caso in cui la famiglia sostenga la spesa dell’affitto della casa in cui vive. Avranno diritto all’Assegno di inclusione le famiglie che risiedono in Italia da almeno cinque anni.
L’importo dell’Adi potrà arrivare a un massimo di 500 euro mensili moltiplicati per la scala di equivalenza. La scala ha coefficienti diversi per ogni componente della famiglia. Il primo componente ha coefficiente 1, gli altri componenti con disabilità hanno coefficiente 0,5, ai componenti over 60 o con carichi di cura è attribuito un coefficiente di 0,4, ai bambini fino a due anni 0,15, ai minori dai 3 anni 0,10.
Lo Strumento di Attivazione per gli occupabili
Lo Strumento di Attivazione per gli occupabili è rivolto alle persone di età compresa tra i 18 e i 59 anni che possono essere essere inseriti nel mercato del lavoro. I richiedenti, infatti, dovranno iscriversi al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl) per essere orientati al lavoro secondo un percorso personalizzato. Sottoscriveranno un patto di attivazione digitale ed entro 120 giorni dovranno presentarsi al Centro per l’impiego di riferimento per il primo appuntamento. Gli appuntamenti successivi avranno, invece, una cadenza di novanta giorni nei quali si aggiornerà la propria posizione. La mancata presentazione agli appuntamenti comporta la sospensione del beneficio.
Nel caso in cui si rifiuta un’offerta di lavoro della durata minima di un mese si perderà il beneficio. Se il contratto ha una durata fino a sei mesi il beneficio sarà solo sospeso. Le imprese che assumeranno i beneficiari della misura con contratti a tempo indeterminato o apprendistato potranno ottenere sgravi fiscali.
Quanto ai contratti a tempo determinato il Decreto prevede nuove regole più elastiche. Tali contratti potranno essere prorogati dai 12 ai 24 mesi.
Lo Strumento di Attivazione per gli occupabili sarà corrisposto per 18 mesi al termine dei quali si può richiedere per altri 12 mesi. Tra i due intervalli ci sarà una sospensione di un mese.
Riduzione del cuneo fiscale
L’altra importante misura approvata con il Decreto lavoro è la riduzione del cuneo fiscale, vale a dire la riduzione delle trattenute per i lavoratori in busta paga. Da luglio a dicembre 2023, per i redditi fino a 25mila euro all’anno, il taglio applicato sarà pari al 4% che andrà ad aggiungersi a quello già approvato nel 2022 del 3%. Ai redditi fino a 35mila euro all’anno sarà applicato un taglio del 4% che si aggiungerà al precedente del 2%.
In copertina foto di u_i8zn1ip7n1 da Pixabay