Bloccare le partenze e rimpatriare chi sbarca in Italia, questi sembrano essere i due obiettivi che il prossimo Decreto Immigrazione, in fase di studio da parte del Governo Meloni, dovrà raggiungere assolutamente. Il Consiglio dei Ministri ha diviso in più provvedimenti i punti del prossimo Decreto immigrazione. Le misure del decreto immigrazione entrano nel decreto legge Sud approvato il 7 settembre ma diversi aspetti devono ancora essere chiariti e sistemati.
Decreto immigrazione del Governo Meloni: rimpatri e…
Vediamo, adesso, i vari punti. Il governo ha deciso di aumentare da 6 a 18 mesi il tempo massimo di trattenimento nei Cpr (Centri per il rimpatrio). Attualmente, ci sono solo 9 ed ospitano circa 493 persone. Dovrebbero, in realtà, essere dieci ma quello situato a Torino è ancora chiuso. La rete dei Centri di Permanenza e per il Rimpatrio sarà potenziata dal Genio Militare che dovrà realizzare le strutture in località «a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili».
… Centri per il rimpatrio
Dai Cpr passiamo poi alla quesitone rimpatri. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani convocherà gli ambasciatori delle nazioni maggiormente rappresentate tra gli immigrati per spingerli a riaccoglierli. La “classifica” dei paesi con più rimpatri dall’Italia vede in testa la Guinea con 15.138 sbarcati nel 2023, seguita da Costa d’Avorio (14.282), Tunisia (11.694) ed Egitto (8.422). L’ultima finanziaria ha stanziato 42,5 milioni di euro per i prossimi tre anni proprio per l’ampliamento della rete.
Attenzione alle spese
La costruzione dei nuovi Cpr avrà un costo. Oggi il bilancio del ministero prevede una spesa di 32 milioni nel 2023. Mentre 46 sono già previsti per il 2024. Ma non basteranno se la missione è quella di costruire 10 nuovi Cpr. La spesa ragionevolmente da preventivare è attorno ai 100 milioni. Poi ci sono quelle per la polizia e per gli addetti ai centri. Infine, i costi dei voli.
Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha quantificato il costo medio di un rimpatrio in 2.365 euro. I costi sono aumentati del 30% rispetto al 2022. Nel 2020 il ministero ha speso 8 milioni e 334 mila euro. In totale il budget attualmente ammonta a 80 milioni di euro. Con le nuove norme, e immaginando che la strategia funzioni, ne serviranno il doppio. Almeno.
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