Le parole sono quelle di un grande trascinatore ed esaltatore di folle. Gli argomenti? Territorio e ambiente, Occupazione e formazione, Turismo e Cultura, Servizi sociali, Politiche giovanili, Sanità e LegalitÃ
“Una speranza c’è”. È questo lo slogan di Vincenzo De Luca. La speranza che la Campania non venga messa in mano “a quei signori” del centrodestra. L’ingresso al Pamaran Hotel di Nola è trionfale, da grande celebrità : preceduto e seguito dal suo entourage sulle note della canzone di Luciano Pavarotti e Laura Pausini “Vivere”. Le parole sono quelle di un grande trascinatore ed esaltatore di folle. Gli argomenti? In primis, quelli di interesse regionale corredati da attacchi alla coalizione di centrodestra. Successivamente quelli sollevati dalla lettera a lui indirizzata dal Comitato Pd di Area Nolana e alla quale ha voluto rispondere venendo di persona domenica al Pamaran Hotel di Nola. Territorio e ambiente, Occupazione e formazione, Turismo e Cultura, Servizi sociali, Politiche giovanili, Sanità e Legalità . E si è parlato in termini di vera e propria guerra: diretto, senza nascondersi dietro giri di parole, il candidato a presidente della Regione Campania non le ha mandate a dire a nessuno. La sensazione dello sceriffo di Salerno è che si stia verificando un miracolo:«Bisogna dare l’anima, tutti insieme, uniti, come militanti in grado di trasformare il sacrificio in vantaggio morale». In gioco, per De Luca, c’è il bene della famiglia, di ogni padre per i propri figli: «figli che devono essere tutelati e formati permettendo loro di fare le esperienze necessarie e di inserirsi così nel mondo del lavoro». Il candidato della gente comune parla di un ritrovamento generale di unità e di voglia di combattere. E questo gli fa piacere. Decise le critiche allo schieramento avverso: bersagli preferiti sono De Mita, Cirino Pomicino, Mastella. «La coalizione di centrodestra», afferma De Luca, «ci teme e non poco. Comincia a pensare di poter perdere e per questo motivo ha chiamato il 118, ossia il premier Silvio Berlusconi in aiuto». Così, prima della grande adunanza del 20 marzo del centrosinistra con Vincenzo De Luca a Piazza del Plebiscito, ci sarà anche il premier a scendere in campo per risollevare un po’ il morale e le sorti della coalizione. «Hanno chiamato Berlusconi perché sia in grado di risvegliare il sentimento di appartenenza al partito» ma lapidario e provocatorio aggiunge:«al limite può portare due veline». La folta platea applaude quasi incessantemente ogni freccia scagliata dalla bocca del sindaco di Salerno e si esalta ogni volta che ripete “Ci stanno dando una mano”. Si riferisce in questo modo al centrodestra che si sta allontanando dalla gente ed all’incompetenza dei suoi rappresentanti:«il Governo del Fare ha dimostrato che non è capace neanche di fare una lista elettorale», tuona De Luca. E non le manda a dire a nessuno nemmeno quando definisce i suoi nemici politici dei “peracottari”. La voce è scandita, profonda e penetra nelle orecchie e nelle menti come le canzoni che si ascoltano ogni giorno in radio. Si chiede cosa abbia prodotto questo governo in due anni e analizzando, risponde:«siamo tornati a venti anni fa per quanto riguarda la ricchezza. Anas senza risorse, Piano Scuola che non decolla, taglio dei fondi aree sottoutilizzate (FAS) per 20 miliardi di euro destinati al Sud ed invece impiegati unicamente per la Lombardia, per coprire il buco dell’Alitalia e dell’Ici. I soldi nostri, della nostra Campania spesi per altri interessi». Passa poi al vero obiettivo del suo programma, intrecciando il tutto con i problemi dell’Area Nolana: la famiglia. È la famiglia la protagonista dei pensieri del candidato della gente comune. «Stanno bruciando il futuro dei nostri figli» afferma De Luca. Per non parlare poi del lavoro: settemila posti in meno con la riforma Gelmini; 13 persone nel Veneto cinquantenni che avevano perso il posto di lavoro si sono suicidate. «L’Italia non è quella del Grande Fratello ma quella delle preoccupazioni per il futuro. Ci hanno rotto le scatole Berlusconi ed i suoi interessi». Applausi infiniti ed atto d’accusa alla vecchia “paranza” schieratasi con Caldoro: De Mita, Pomicino, Mastella, Di Donato. Per De Luca bisogna voltare pagina e far sì che ne scaturisca un clima nuovo in Campania, con lui alla guida. Più meritocrazia e “fine del notabilato politico della trattazione permanente”. «De Mita», dice De Luca, «significa questo: contrattazione; non certo si preoccupa dell’ospedale di Nola “Santa Maria della Pietà “. I suoi interessi sono per i Direttori Generali, Primari e concorsi falsi per piazzare chi dice lui. Fuori dalla Sanità i politicanti e dunque gli amici di De Mita. La sala operatoria non è una sala bingo». In caso di vittoria, se ne occuperà De Luca in persona della Sanità e l’obiettivo sarà quello di estendere la rete dei distretti per non scaricare tutto sugli ospedali. Per quanto riguarda l’area del Nolano si è parlato della creazione di un asse industriale di cui Nola, ed in particolare il Cis-Interporto possa diventare un punto nevralgico e strategico. Importanza sarà data anche al patrimonio artistico e culturale dell’area, dal “Villaggio preistorico” di Nola alle Basiliche Paleocristiane di Cimitile fino alla Festa dei Gigli, vero e proprio patrimonio immateriale dell’area. Ribadito il “No” al Nucleare: «siamo per i pannelli solari». “No” ancora più deciso per la privatizzazione dell’acqua: «l’unico risultato di questo processo è una bolletta più cara e nessun miglioramento, nessun risanamento, né delle reti fognarie né di quelle idriche». Altro tema: il sociale. Si favoriranno le fasce deboli quali anziani, disabili e minori. E grande importanza alle donne, soprattutto per quelle che lavorano. L’obiettivo del suo eventuale mandato sarà quello di imporre la Campania come prima in Italia per l’efficienza ed il numero di Asili Nido. Giù la Burocrazia ed i burocrati pigri che non lavorano: «nessuna pratica dovrà durare più di due mesi. Se l’amministratore dorme in piedi gli togliamo il potere». Sarà una Regione che rispetterà chi lavora e rispetta la propria comunità . Famiglia protagonista anche per quanto riguarda la sicurezza e legalità : videosorveglianza e turni notturni per la polizia municipale. «La sicurezza è un bene primario per la famiglia e per i quartieri. Se succede qualcosa ad un figlio o una madre nel proprio quartiere. Questo è un problema. Il resto non interessa». Ma soprattutto un grande no ai voti inquinati, ai voti della malavita e della camorra: «Noi abbiamo detto NO a quei voti. Se invece voi vi prendete i voti inquinati, quelli della Camorra, allora non avete nessun diritto a parlare di legalità ». E chiudendo il suo discorso, nel compiacimento generale, ha tirato fuori dal suo cilindro l’ultima frase d’effetto «Le nostre e vostre famiglie sono più importanti dei partiti e delle ideologie». Per questo motivo De Luca è il rappresentante della gente comune. In primis pone le famiglie. Ma nel momento in cui attacca il centrodestra e dice che è doveroso uscire dalla stagione di De Mita e di Mastella, io mi chiedo, perché non cita Bassolino?
Fioravante Conte