23 lavori di Giorgio de Chirico al Museo Bilotti di Roma
La collezione di Carlo Bilotti
Le opere di De Chirico al Museo Bilotti, acquisite tramite donazione, hanno un valore artistico eccezionale. I lavori presenti in una sala dedicata del Museo, permettono al visitatore di seguire l’evoluzione artistica del pittore dagli anni Venti fino alla sua morte.
Le opere sono state donate al Museo dall’imprenditore Carlo Bilotti che acquistò a sue spese le opere, decidendo poi di donarle alla città di Roma affinché ne potessero beneficiare turisti e cittadini. La donazione nell’Aranciera di Villa Borghese è di estrema importanza perché le collezioni pubbliche cittadine sono prive di artisti contemporanei affermati.
Rivalutato solo in epoca recente, la fama di Giorgio de Chirico, subì un’inversione di tendenza dopo l’esposizione di Dusseldorf dedicata nel 2001-2002 ai fratelli de Chirico, Giorgio e Andrea.
La donazione dell’imprenditore Bilotti è formata da 23 opere (quadri, disegni e sculture) tra cui il nucleo di alcuni temi maggiormente rappresentativi quali gli Archeologi, Cavalli in riva al mare, Mobili nella Stanza, Cavalieri o guerrieri Antichi. Tali temi si inseriscono in un periodo particolarmente felice dal punto di vista professionale, perché collegati ad un momento di grande fama internazionale che permise a de Chirico di esser rivalutato. Fino a quel momento, infatti, la sua estetica era stata stigmatizzata con l’etichetta di pittore metafisico.
Grazie al progetto Google Art & Culture, attraverso Street View, ci si può immergere in un’esperienza a 360°. Chiunque, infatti, può godere con un click delle bellissime opere di de Chirico al Museo Bilotti, approfondendole con schede di dettaglio e gallerie fotografiche. Tra le novità segnaliamo la ripresa in Gigapixel dell’opera “Gli archeologi misteriosi” (1926). Tale tecnica permette di “navigare” tra i dettagli dell’opera grazie anche ad un’accurata scheda descrittiva.
De Chirico: la collezione permanente del Museo Bilotti
Il tema degli archeologi nacque in Giorgio de Chirico durante il suo soggiorno parigino, a seguito dell’abbandono dei temi legati alla prima metafisica. Gli archeologi sono figure che si richiamano ai manichini di legno, i modelli utilizzati dagli artisti per la rappresentazione della figura umana. Sono senza volto ma in de Chirico iniziano ad umanizzarsi. Nelle sue opere sono rappresentati da soli o in coppia. E’ il caso ad esempio, de l’”Archeologo solitario” (1937) e de “Gli Archeologi” (1927). Tra le sculture, invece, ricordiamo “L’Archeologo pensatore” (1988)” e gli “Amici antichi” (1965), tutte visibili al Museo Bilotti.
Gli archeologi sono ritratti da de Chirico in un’apparente conversazione e sembrano spesso malinconici. Si portano quasi sempre un fardello in grembo fatto di rovine architettoniche o paesaggi come nel manichino chiaro degli “Archeologi misteriosi”, ma anche paesaggi e formazioni rocciose come ne “Gli Archeologi”. Sono sproporzionati e hanno le gambe sempre più piccole rispetto al busto contribuendo ad una visione onirica e surreale.
La collezione delle opere di de Chirico al Museo Belotti, inoltre, è arricchita anche da altri quadri di grande pregio che non si legano ai temi poc’anzi descritti. Parliamo, ad esempio, della “Donna bionda di schiena” (1930) che segna un momento di rinnovamento nell’arte di de Chirico. Siamo negli anni Trenta e l’artista sente il bisogno di cambiare la propria poetica e lo fa guardando indietro, alla “realtà”. E’ in questo periodo, infatti, che si dedica allo studio del nudo, approfondendo particolarmente i lavori di Renoir.
Menzioniamo infine, di grande impatto emotivo, la fusione in bronzo “Ettore e Andromaca” che adorna l’ingresso del Museo Bilotti. Si tratta della riproduzione in bronzo di un soggetto di gesso realizzato da de Chirico nel 1966. Oggi solo la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico possono autorizzare la fusione dagli originali.
Le opere di de Chirico al Museo Bilotti rappresentano non solo un corpus di grande valore, ma anche un momento di grande apertura dei collezionisti privati alle istituzioni pubbliche