Continuerà certamente a far discutere il ddl legge costituzionale che prevede la riforma del Senato. Dopo che la settimana scorsa i senatori Finocchiaro e Calderoli, rispettivamente del Pd e della Lega, avevano firmato un emendamento che prevedeva l’immunità per i nuovi senatori (al quale erano seguite delle polemiche con il governo, particolarmente con il ministro Maria Elena Boschi, su chi nell’esecutivo sapeva o meno di questo emendamento), ieri la Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama di cui i due fanno parte, ha approvato un altro emendamento firmato ancora da loro.
Secondo il testo approvato, si modifica l’articolo 71 della Costituzione: non basteranno più cinquantamila firme per portare in parlamento le leggi d’iniziativa popolare, bensì duecentocinquantamila.
Un secondo emendamento presentato ancora dalla coppia Finocchiaro-Calderoli, modifica anche l’articolo 72. Attualmente il secondo comma, infatti, prevede che “il regolamento stabilisce procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali è dichiarata l’urgenza”.
Nell’emendamento approvato ieri, viene riconosciuta l’urgenza alle iniziative del governo che ha priorità sulle leggi d’iniziativa popolare. Questa corsia preferenziale viene giustificata con la formula che le proposte dell’esecutivo sono “essenziali per l’attuazione del programma“.
Affinché ciò diventi leggi, bisogna ovviamente attendere la fine del lungo iter parlamentare.