La notizia è di quelle che fanno venire l’acquolina ai Presidenti delle Società, ma anche i brividi agli appassionati del calcio in tivvù, quelli che vivono tra le mura di casa la loro passione con la stessa trepidazione di chi sventola una bandiera in curva: venerdì scorso, a chiusura dell’Assemblea della Lega Calcio e dopo mesi di estenuanti trattative, i diritti di visione dei match di Serie A per il triennio 2021/2024 sono stati assegnati al sodalizio DAZN-TIM, grazie al benestare di 16 squadre su 20. Una maggioranza quanto mai nutrita, che ha visto aggregarsi intorno alla posizione dei Club più ricchi molte altre squadre di seconda e terza fascia. Le ragioni di questa scelta non sono difficili da indovinare: sul piatto sono stati posti tanti, ma tanti sonanti Euro. 840 milioni a stagione, per l’esattezza.
Non c’è che dire, a suon di Euro DAZN ha dato una poderosa spallata ad equilibri che agli occhi dei più sembravano consolidati e al tempo stesso nuova linfa a un sistema dal quale dipendono in modo imprescindibile i bilanci di tutte le Società calcistiche di uno dei campionati più belli di tutto il Vecchio Continente.
Dieci partite in diretta per giornata, di cui 7 in esclusiva, sono il bottino che l’operatore streaming del gruppo Access Industry si troverà a gestire dal fischio d’inizio della prossima stagione calcistica. Dopo soli tre anni dal debutto di DAZN sulla scena italiana, dunque, l’acquisizione del più ricco pacchetto di diritti di trasmissione messo a disposizione dalla Lega di Serie A darà il via a un effetto-domino sulla programmazione dei prossimi palinsesti che riserverà ancora tante altre sorprese. A cominciare dalla posizione di Sky.
All’emittente satellitare, partner della Serie A da 18 anni, potrebbe andare il cosiddetto “Pacchetto 2”: la trasmissione di sole 3 partite in co-esclusiva. Per l’acquisizione di questa fetta della torta, Sky è pronta a investire attorno ai 70 milioni di Euro a stagione, ma le trattative proseguiranno fino alle 18 di oggi, quando è fissata un’altra assemblea in Lega, e ancora altri scenari potrebbero aprirsi. Se è vero, infatti, che l’ipotesi di trasmettere una partita in chiaro per ogni giornata pare ormai del tutto tramontata, il “risiko aziendale” che si gioca intorno al pallone nostrano si fa ancora più intricato se si considera che le tre partite potrebbero far gola anche a Mediaset, che con TIM, partner tecnologico di DAZN in questa scalata alla gestione dei diritti TV, condivide uno degli azionisti: Vivendi. E se non bastasse, a complicare il quadro degli equilibri e dei giochi di potere che s’incentrano sull’odierna assemblea di Lega c’è il possibile ricorso che Sky pensa di presentare proprio contro la presenza di TIM nell’offerta di DAZN. Secondo Sky Italia, infatti, DAZN non avrebbe avuto la capacità tecnologica e finanziaria di supportare la trasmissione di tutt’e dieci le partite del campionato, senza la partnership con l’operatore di telefonia. Di materia per amanti del giallo ce n’è insomma ancora tanta.
Qual è dunque il ruolo della storica azienda di telecomunicazioni nell'intero scacchiere?
E’ la Società guidata da Luigi Gubitosi a rappresentare il vero elemento nuovo -e quanto mai strategico- dell’importante partita che si giocherà tra il rettangolo verde del campo di calcio e l’altro rettangolo, quello davanti al quale saranno incollati milioni di telespettatori. E proprio i telespettatori sembrano essere al momento i più preoccupati della futura qualità delle trasmissioni, memori del non brillante debutto di DAZN nel Campionato 2018/19, quando la visione dei match trasmessi (esclusivamente in streaming) dalla piattaforma lasciò non poco a desiderare, tra frequenti blocchi e una qualità delle immagini spesso scarsa.
TIM porterà le dirette di DAZN all’interno di TIMVISION, la sua piattaforma di sport e intrattenimento, permettendo così a tutti gli abbonati di fruire della potenza delle proprie reti per godere di un’esperienza di visione assolutamente fluida, ma non solo: il fatto stesso di essere partner di un progetto che attrarrà un gran numero di utenti, consentirà alla Società di Corso Italia di accelerare il processo di digitalizzazione dell’intero Paese, facendo si che la maggioranza delle famiglie italiane passi alla visione di contenuti sportivi e di intrattenimento utilizzando la banda larga, a tutto vantaggio della qualità di visione e contenendo sensibilmente i costi degli abbonamenti per tutti gli utenti (come già succede da anni per gli abbonati a Netflix, ndr). E’ quindi più che probabile che la sensazione di suspence che molti hanno vissuto negli ultimi anni, quando la trasmissione della “partita della vita” si interrompeva giusto al momento del tiro decisivo, diventi solo un ricordo. Il calciatore immobile sullo schermo, fissato nella posa plastica di scoccare il ferale fendente sarà ricordato quasi con un sorriso, come in molti fanno oggi, nell’era della musica in streaming, quando ricordano la musicassetta. Non da sottovalutare, infine, il fatto che la migrazione da satellite a piattaforma streaming consentirà di rafforzare la lotta alla pirateria: TIM e DAZN lavoreranno infatti a una serie di misure che si annunciano rivoluzionarie, per contrastare questo fenomeno.
Tra ipotesi di ricorso, colpi di scena ancora possibili e rivoluzioni tecnologiche alle porte, insomma, sono poche le certezze su cui ad oggi si può già contare. Una di queste è certamente l’innovazione che TIM e DAZN metteranno in campo. Al di là di chi si aggiudicherà il pacchetto meno importante, quello delle 3 partite, e al netto di ipotetici accordi tra operatori che potrebbero delineare equilibri ancora diversi, il fatto certo è che nella scena dei diritti televisivi -ormai principale risorsa per il calcio italiano e non solo- ha fatto irruzione una coppia forte, che con sé pare portare una grande spinta innovativa. Chiunque sia appassionato di calcio, o più in generale di sport, potrà aspettarsi un’esperienza di visione più ricca e interattiva. Si passerà dalla logica dello streaming a una modalità di fruizione personalizzata, fino ad arrivare nei prossimi anni a una visione “immersiva”, attraverso la quale più che assistere si potrà dire di partecipare all’evento live. Si passerà, insomma, dalla visione all’interazione e alla condivisione.
“Tanta roba”, direbbe qualcuno. Al momento, a noi non resta che stare a guardare e sperare che lo sport nazionale, assurto a rito di massa, tragga il massimo beneficio dal suo solenne sbarco nel mondo della TV del futuro.