Impostare password personalizzate o godersi una vacanza senza postarla sui social network. Gesti semplici, apparentemente insignificanti, che invece possono aiutarci a proteggere la nostra sicurezza nell’era digitale. Dal lucchetto alla videosorveglianza, il concetto di sicurezza accompagna da sempre il mutare dei tempi fino ad assumere oggi una dimensione che potremmo definire phygital. Una dimensione in cui i confini tra sicurezza fisica e logica si dissolvono. Una dimensione in cui sicurezza fa rima anche con privacy. La protezione dei dati personali, infatti, è diventata un paragrafo essenziale nell’ampio capitolo della sicurezza oltre che oggetto di normativa.
Sicurezza e dati personali
Un paragrafo, a dire il vero, col quale si ha ancora poca dimestichezza. Per comprendere quali sono le istanze attuali della sicurezza, soprattutto dopo due anni di pandemia, ci siamo rivolte a Ilaria Garaffoni. Giornalista, responsabile della redazione di “secsolution magazine” (testata di Ethos Media Group), Ilaria Garaffoni è stata anche la moderatrice di secsolutionforum 2022. L’evento che si è da poco concluso, giunto quest’anno alla sua quinta edizione, è un luogo che raccoglie tutti gli operatori della sicurezza. Uno sportello dedicato a formazione, aggiornamento e networking in materia. Un punto di riferimento rivolto a installatori, consulenti, progettisti, security manager e non solo.
Ilaria Garaffoni, dopo due anni di pandemia e una guerra a due passi da casa nostra, come si è evoluto il concetto di sicurezza?
La sicurezza è un concetto per sua natura dinamico, perché il panorama dei rischi affonda le radici nello scenario ambientale, sociale, politico e sanitario che caratterizza la realtà in cui le minacce trovano terreno più fertile. La pandemia ha posto l’accento sul tema sanitario, ampliando il ventaglio operativo delle tecnologie dedicate tradizionalmente alla security per rilevare la temperatura o garantire il distanziamento sociale. Anche la sicurezza cyber ha vissuto un’accelerazione dovuta alla spinta alla digitalizzazione operata dal Covid, che ha agito da booster ma anche da moltiplicatore di rischi. Nell’attuale scenario geopolitico, il mercato è posto di fronte a un bivio etico: virare verso applicativi di tipo bellico-militare o restare ancorato al senso latino della parola sicurezza (sine cura) di togliere preoccupazioni, non crearne di nuove.
In che modo sicurezza fisica e logica sono intrecciate più che mai?
Basta immaginare che un attacco cyber è oggi in grado di bloccare intere linee di produzione, erogazione di beni fondamentali, o, nel caso degli edifici connessi, inibire il funzionamento della centralina domotica, del riscaldamento, degli elettrodomestici ecc… L’attuale scenario geopolitico ha poi portato all’attenzione dei media numerosi cyberattacchi che hanno preceduto e accompagnato le operazioni militari tradizionali, moltiplicandone gli effetti. Tutti questi fattori devono far riflettere sugli scenari futuri che la rete può riservare.
Qual è la percezione che le persone comuni, quelle cioè che non sono addetti ai lavori, hanno della sicurezza?
Viviamo in un mondo interconnesso ma si registra ancora una forte mancanza di consapevolezza verso ciò che, digitalmente parlando, presenta invece un valore chiave, ossia i dati. Siamo tutti portati a pensare che i nostri dati personali non siano interessanti. Invece c’è sempre qualcuno che è interessato, forse non ai nostri dati personali nello specifico, ma magari ad utilizzarli per raggiungere altri obiettivi. Ma ancora più banalmente: quanti cambiano la password di default nei sistemi d’allarme che hanno in casa? E magari postano sui social una foto dalle Maldive, regalando preziose informazioni a potenziali intrusi?
C’è qualcosa che ognuno di noi può fare nel suo piccolo per contribuire alla sicurezza non solo personale ma anche collettiva?
Occorre innanzitutto prendere consapevolezza del fatto che i dati sono una valuta parallela che può essere agevolmente carpita e utilizzata in maniera fraudolenta. Poi vi è l’importante aspetto della condivisione delle problematiche: condividere tutte le esperienze, anche negative, favorisce ad accrescere la cultura di ciò che si può o non si dovrebbe fare in rete. Infine la formazione e l’informazione costante sono fondamentali, poiché lo scenario delle minacce è in continua evoluzione.
Ecco il link per partecipare a secsolutionforum 2022