Tutto pronto per “Danza Orfica” presso La Triennale di Milano, durante il quale verrà presentato il volume d’artista di Ilaria Facci.
L’incontro, organizzato da AFIP International in collaborazione con CNA Professioni, vedrà protagonista la giovane fotografa, poeta e artista, che, insieme a Giovanni Gastel – Presidente AFIP International -, Giulia Niccolai e Lamberto Fabbri – curatore -, parlerà del suo libro in tiratura limitata: al centro la sua opera fotografica, densa di una fortissima carica vitale e imperniata sulla sua personalissima esperienza, che, attraverso le immagini, si fa universale.
All’età di due anni Ilaria si ammala di retinoblastoma, cui segue l’enucleazione di un occhio. Questa vicenda è alla base di tutta la sua ricerca artistica che si esplica non solo attraverso l’immagine ma anche nella poesia e nell’impegno civile.
“La mia volontà” afferma, “è quella di parlare della bellezza che possiede il difetto, della poesia che ha la normalità di un corpo imperfetto. L’Arte nasce per me dall’amore a essi. Per me le foto sono uno strumento per raccontare della drammatica bellezza della vita e un messaggio di rivincita personale e universale della vita contro l’orrore (che per me è stato il tumore e l’amputazione), oltre che per divulgare e sostenere, in ogni modo, iniziative sociali come quella della ricerca contro il tumore, diritti delle donne (per questo i nudi), delle minoranze, ecc.”
“Chi passa attraverso il dolore e sente la morte accanto (io sono tra questi) si alza da quel letto con una coscienza nuova di ogni cosa e, spesso, con una necessità profonda di concretizzare il dolore e la gioia per la vita ritrovata in opere che diventano quasi talismani in cui racchiudere una immensa quantità di significati, a volte oscuri allo stesso autore ma tolti dall’anima e rinchiusi in un’opera che è infine “fuori da te” – afferma Giovanni Gastel – “Se è vero come teorizzo da sempre che creare deve essere uno stato di necessità quasi parossistico, il lavoro di Ilaria ne è la prova concreta. Non sembra osservando il suo lavoro esserci alcuna cesura tra ciò che fa e ciò che è. Il racconto di se è chiaro e fortissimo. E questa è prerogativa degli artisti veri.”