In Groenlandia ci sono le zanzare! E sono numerose e cattive! È una delle stranezze osservate direttamente dal team di 3B Meteo sull’isola. Dal 16 al 29 giugno, infatti, Paolo Corazzon, meteorologo e responsabile media 3B Meteo, Sergio Brivio, fondatore e socio, Luca Pace, meteorologo e responsabile reparto meteo, Vanessa Minotti, divulgatrice media, Isacco Emiliani, fotografo e videomaker e Samuele Catanese, social media specialist hanno dato vita a una spedizione in Groenlandia finalizzata non solo a verificare in loco gli effetti dei cambiamenti climatici, ma a divulgare le informazioni raccolte e a raccontarle in prima persona per sensibilizzare la gente su questo importante tema.
Cambiamenti climatici: testimonianze dalla Groenlandia
Grazie al sito groenlandia.3bmeteo.com, appositamente creato per l’occasione e che ha raccolto quasi mezzo milione di visite, ogni giorno è stato possibile ammirare immagini e ascoltare video testimonianze del team. Il sito ha ottenuto un elevatissimo numero di visualizzazioni e, giorno dopo giorno, il team ha raccontato esperienze uniche. Dalla fine degli Anni ‘70 a oggi l’Artico ha perso complessivamente quasi 2 milioni di km quadrati di ghiaccio, con un tasso di perdita annuale di circa 37.000 km quadrati. Ma gli effetti del cambiamento climatico sono molto meno astratti di quanto si possa immaginare e sono visibili nella quotidianità.
Le parole di Paolo Corazzon
Paolo Corazzon, una volta rientrato in Italia, ha raccontato: “Quella in Groenlandia è stata una spedizione che non dimenticherò mai, una missione che aveva lo scopo di verificare gli effetti del cambiamento climatico e che, purtroppo, sono davvero evidenti e drammatici. I ghiacciai si stanno fondendo a una velocità impressionante, sulla superficie dei ghiacciai si possono vedere pozzanghere enormi di acqua azzurrissima, lo spessore dei ghiacci si sta riducendo e si vedono adesso spuntare montagne dal ghiacciaio che un tempo erano ricoperte di ghiaccio e neve.
I ghiacci non riescono, sempre più spesso, ad arrivare al mare, stanno arretrando di diversi chilometri sulla fascia costiera e, quando ci arrivano, gli iceberg che si staccano sono sempre più piccoli proprio perché lo spessore del ghiaccio è sempre più piccolo. E poi il permafrost, che è il terreno che normalmente dovrebbe essere ghiacciato, che si sta smollando a causa delle alte temperature. Interi quartieri di alcune cittadine che poggiavano su questo terreno sono stati sfollati per timore dei crolli. Le temperature sono molto più alte di un tempo. D’inverno si arrivava fino a -40°, ora a malapena si raggiungono i -20°”.
I cambiamenti climatici descritti da Sergio Brivio
Sergio Brivio ha ricordato che si è vissuto un giugno sotto media stagionale e si sarebbe aspettato una temperatura più dolce: “Il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, c’è stata addirittura una nevicata che ci ha impedito di proseguire nel tour. È stata affascinante proprio per il giorno in cui è capitata, più del rinomato ‘Sole di mezzanotte’. Sono rimasto estremamente colpito dallo scioglimento del permafrost che impatta direttamente sulla vita della popolazione locale, costretta ad abbandonare nei casi estremi casa e cose. Importante è stata la constatazione della perdita cronica di massa glaciale, ben visibile dal sorvolo sui ghiacciai della zona e il rialzo termico registrato dagli anni 2000 con inverni meno freddi ed estati più umide, al netto del mese di giugno anomalo per eccellenza.
Purtroppo è molto difficile, se non impossibile, invertire il trend in atto, i cui effetti tra l’altro saranno ancor più percepibili nei prossimi decenni. Detto ciò, per poter aiutare l’ecosistema Terra tutti dovremmo iniziare a tenere un comportamento più consapevole con l’obiettivo di ridurre i gas serra. La CO2, principale responsabile del meccanismo di riscaldamento globale, è presente in tutte le attività quotidiane. Si tratta di limitarle, a partire a titolo di esempio da un’alimentazione più sostenibile frenando il consumo di alimenti di origine animale a favore dei vegetali”.
Il racconto di Sergio Catanese
Samuele Catanese, social media specialist, ha raccontato: “Pensavo che avrei avuto problemi ad abituarmi a 24 ore di luce, soprattutto per il sonno, invece non ho avuto nessuna difficoltà, anzi. Una delle emozioni che mi porterò sempre dentro è stato assistere dal vivo al ‘Sole di mezzanotte’. Una cosa che mi ha colpito è stato constatare con i miei occhi quanto si siano ritirati i ghiacciai nel corso degli anni: sulle montagne laterali su cui si appoggiano i ghiacciai, essendo queste di colore più chiaro, si vede fin dove arrivava prima il ghiaccio e quello che ne rimane oggi.
Ad occhio sembrano pochi metri, ma in realtà sono svariati kilometri, soprattutto in lunghezza. In questo viaggio ho avuto la possibilità di vedere con i miei occhi cosa sta accadendo al nostro pianeta. Nella vita di tutti i giorni non facciamo molto caso a quei gradi in più che ci sono in estate o al freddo anomalo per il periodo; lì mi sono davvero reso conto di quanto queste (per noi) piccolezze possono causare non pochi problemi all’intera Terra. Ho imparato dal popolo Inuit l’attenzione allo spreco, alimentare e non. Dovremmo avere più accortezza ed essere più consapevoli verso quello che produciamo e quello che consumiamo”.
L’esperienza di Luca Pace
Luca Pace, meteorologo e responsabile reparto Marche, ha raccontato così la sua esperienza: “Quello che ti colpisce della Groenlandia è la natura. Il paesaggio che ci siamo trovati davanti a Ilullisat mi ha lasciato senza parole. Camminare per le vie del paese con questi enormi iceberg galleggianti sullo sfondo rende l’atmosfera surreale, impossibile da spiegare. Ho avuto modo anche di analizzare la gravità di ciò che sta accadendo che sta a mio parere nella velocità con cui si stanno manifestando cambiamenti così evidenti a livello meteo-climatico.
Ne sono testimonianza l’entità dell’arretramento di ciascuno dei vari ghiacciai della Groenlandia occidentale che abbiamo monitorato (stimabili in decine di chilometri cubi da inizio millennio), ma anche il tasso di scioglimento del permafrost (decine di cm all’anno nella zona di Kangerlussuaq) così come le differenze abissali che emergono tra i valori termici che si registravano in inverno appena 30-40 anni fa rispetto a quelli odierni.
Ecco proprio la velocità con cui tutto ciò si sta manifestando fa capire come sia veramente poco il tempo che abbiamo a disposizione per cercare quantomeno di arginare il fenomeno del riscaldamento globale nell’immediato futuro. È bene continuare a fare campagne di sensibilizzazione che permettano di far percepire il tema dei cambiamenti climatici come un qualcosa di vicino a noi, di tangibile, che di fatto cambia le nostre vite, e lo farà in modo sempre più evidente nel corso dei prossimi anni”.
Foto di Mario Hagen da Pixabay