I frequentatori delle sale da gioco conosceranno sicuramente il Blackjack. Benché non sia popolare come il poker o la roulette, questo gioco di carte è tra i più diffusi negli Stati Uniti e si caratterizza per diverse particolarità. Innanzitutto, i partecipanti non devono gareggiare tra loro, ma affrontano il banco uno alla volta. Lo scopo del gioco è quello di ottenere un punteggio più alto rispetto a quello dell’avversario, rispettando determinati parametri. Perché però si chiama proprio “blackjack”? La ragione si nasconde nelle lontane origini di questo gioco, che è stato inventato in Francia e non in America come si potrebbe erroneamente pensare
Le prime apparizioni di quello che è oggi il Blackjack risalgono alla Francia del XVII secolo, quando il gioco erano noto come “Vingt-et-un”, cioè “Ventuno”, in riferimento ai 21 punti massimi che si possono conseguire nell’arco di una mano, per evitare di sballare. La denominazione “Blackjack” è nata quando gli americani sono venuti a conoscenza del gioco, in seguito alla liberalizzazione dell’azzardo nel Nevada. Una vecchia regola voleva che nel caso in cui si fossero ricevuti un asso e un jack di picche tra le prime carte si avesse diritto a un premio maggiorato; questa regola si è persa nel tempo, ma è in base a questa che i giocatori a stelle e strisce hanno ribattezzato il “Ventuno”.
Per iniziare una partita servono due mazzi di carte. L’asso attribuisce un punto o 11, le figure 10 e le altre carte rispecchiano i loro valori nominali. Dopo la comunicazione delle puntate il banco serve ad ognuno una carta scoperta, il cui valore si sommerà a quello delle carte eventualmente chieste in aggiunta dai singoli giocatori. Il banco gioca sempre per ultimo e deve fermarsi quando arriva a 17 punti. Chi arriva a 21 con le prime carte ricevute effettua il “blackjack”. Alla lunga, se non si riesce a vincere il gioco può diventare anche snervante: non a caso anche qualche star americana è stata pizzicata a barare al tavolo verde. Le fasi di gioco, ad ogni buon conto, sono lineari e i partecipanti hanno sempre chiara la situazione.
Nel corso degli anni il regolamento del gioco non ha conosciuto grandi modifiche, ma questo non ha vietato lo sviluppo di varianti in giro per il globo. La regola dello “split”, ad esempio, è stata ritoccata in alcuni Paesi. Quando un giocatore si ritrova inizialmente con due carte dello stesso valore può decidere se giocarne una alla volta piuttosto che addizionarne i rispettivi valori, ma dovrà raddoppiare la puntata. A seconda della versione di Blackjack alla quale si sta giocando, gli assi possono essere “splittati” una o più volte. Di solito, inoltre, in Europa le carte sono subito scoperte, mentre sui tavoli americani il banco preleva subito due carte e la seconda rimane coperta.Anche se potrebbe essere considerato un gioco banale e piuttosto datato, il Blackjack vanta centinaia di migliaia di appassionati tra Europa e America, molti dei quali giocano tutti i giorni. Per diventare degli esperti del gioco e prendere la mano, comunque, servono centinaia di partite. Per capire quando fermarsi o come contare le carte a Blackjack è necessario affrontare quante più tipologie di giocatori possibili. Non sorprende sapere che anche il Blackjack è finito nel calderone dei giochi di carte presenti sulla rete da qualche anno a questa parte. Forse è anche per questo motivo che sembra avere molti appassionati.