Piccoli e preziosissimi scrigni di dolcezza, sensuali e colorati gusci croccanti che avvolgono una morbida meringa alle mandorle e racchiudono voluttuose creme variopinte.
Di cosa stiamo parlando? Ma ovvio, dei Macarons!
Chi non ha mai sentito parlare dei “gioielli” della pasticceria francese? Chi non ha assaggiato almeno una volta nella vita uno di questi peccaminosi pasticcini che sono diventati un’icona di stile ed eleganza nella gastronomia come nella moda?
Non v’è festa glamour, ricevimento importante, evento mondano in cui non vengano serviti, nelle maniere più sceniche e opulente, questi deliziosi e ricercatissimi dolcetti.
Fino a qualche tempo fa i macarons erano destinati soltanto ad un platea ristretta di fini intenditori; oggi spopolano tra golosi di tutti i palati, blogger e fashion addicted, al punto da diventare un’icona di stilee varcare persino i confini della moda, seducendo stilisti e fashion designer che hanno fatto dei macarons i protagonisti delle loro creazioni.
Ed ecco che nelle vetrine dei negozi più glamour troviamo abiti, borse, accessori e gioielli ispirati proprio al famoso pasticcino colorato.
Ma qual è il segreto di un tale successo?
La macarons mania pare sia scoppiata grazie al film della regista Sofia Coppola “Marie Antoniette”, nel quale l’universo visivo barocco, colorato, eccessivo della corte francese è reso da una sfarzosa ricostruzione scenografica, dove abiti sontuosi, scarpe, gioielli e costose e varie frivolezze si alternano a cascate e piramidi di dolciumi colorati, sensuali e peccaminosi, tra cui figurano continuamente i raffinatissimi pasticcini francesi.
I macarons sono stati anche fonte di ispirazione per la creazione degli abiti indossati dalla regina Maria Antonietta, come spiega in un’intervista la costumista del film, Milena Canonero: ‹‹All’inizio della produzione Sofia mi diede una scatola di macarons color pastello e mi disse: questi sono i colori che amo››. ‹‹Li userò come una palette››, rispose la Canonero. Infatti, era desiderio di Sofia scegliere colori e tessuti che facessero pensare a cose che si vorrebbero mangiare, passando dalle sfumature molto chiare e delicate a tonalità decisamente più audaci. Per ottenere questo, Sofia fece allestire un intero “dipartimento dolci”, che aveva il solo compito di dedicarsi alla creazione di macarons e di tutti quei buffi pasticcini rosa utilizzati durante le riprese del film.
Dopo il film della Coppola i macarons sono diventati un vero e proprio status symbol e sempre più registi hanno fatto di questi dolcetti i protagonisti dei loro film o di episodi di famose Serie Tv, come Sex and The City e Gossip Girl. Indimenticabile, in quest’ultima, la scena in cui la protagonista Blair Waldorf, immersa nella vasca da bagno, gusta dei dolcissimi macarons di Ladurée.
E’ proprio a questa illustre pasticceria (e precisamente al pasticciere Pierre Desfontaines, nipote di Louis – Ernest Ladurée, fondatore dell’omonima casa) che si deve, a partire dal 1930, la ricetta attuale dei macarons e la loro diffusione nel mondo moderno.
Le origini di questi dolcini sono, però, ben più lontane nel tempo ed avvolte, come tutti i miti, in un alone di mistero.
Per Larousse Gastronomique i macarons sarebbero stati creati nel 1791 da alcune suore di un convento nei pressi di Cormery, ma si trattava di un biscottino alle mandorle più simile ai nostri amaretti.
Secondo la versione ufficiale, invece, sarebbero stati commissionati ad un pasticciere veneziano da Caterina De’ Medici per il suo matrimonio con Enrico II di Francia nel 1533.
La versione che ne dà origini italiane trova riscontro anche nella derivazione dal termine italiano “maccherone” o “maccarone”, che a sua volta deriva dal verbo “maccare”, che significa schiacciare, con chiaro riferimento alla tecnica di lavorazione della pasta macaron.
Nel 1682, quando Dalloyou divenne la pasticceria ufficiale di Versailles, i macarons furono introdotti definitivamente alla corte di Versailles e divennero i dolcetti preferiti della regina Maria Antonietta, che li consumava abitualmente all’ora di merenda accompagnandoli con tè pregiati.
Grazie a Maria Antonietta i macarons divennero ben presto i pasticcini più alla moda dell’epoca e tutte le nobildonne d’Europa fecero follie per poterli assaporare ed emulare la regina icona di stile.
Nel 1830 i macarons venivano serviti accoppiati a due a due a mo’ di baci di dama, con l’aggiunta di marmellate, liquori e spezie.
Consumati dai nobili e dai ricchi borghesi in eleganti salotti o raffinate pasticcerie i macarons avevano una realizzazione piuttosto difficile e necessitavano di una certa competenza professionale. Per tale motivo, e per il loro costo elevato, non venivano mai preparati in casa, ed era proprio questa la prerogativa più apprezzata dagli aristocratici, che ne decantavano oltre alla bontà anche l’esclusività e la raffinatezza.
Oggi i macarons abbandonano l’etichetta di “dolcetto di nicchia”, pur conservando il loro aspetto glamour e raffinato, e approdano anche nelle cucine casalinghe, diventando una sfida per appassionati gourmand e foodblogger.
E siccome i macarons sono i dolcetti delle feste glamour, perché non approfittare del Capodanno per cimentarsi nella loro preparazione e far bella figura con i propri ospiti?
E cosa più delle bollicine dorate descrive sensorialmente la notte di San Silvestro?
Quindi: Macarons allo Champagne!
La ricetta:
Per circa 30 macarons di 4 cm:
- 100 gr di albumi a temperatura ambiente, invecchiati da almeno 2 giorni e a temperatura ambiente
- 50 g di zucchero semolato extra fine (tipo Zefiro)
- 180 g di zucchero a velo
- 125 g di farina di mandorle finissima
- 1/2 cucchiaino di succo di limone
- colorante alimentare in gel, pasta o polvere giallo dorato
Procedimento:
1) In una boule d’acciaio setacciate la farina di mandorle finissima e lo zucchero a velo. Se necessario procedete ad una seconda setacciatura.
2) In planetaria con la frusta a filo oppure in una boule d’acciaio e con un frullino elettrico procedete a montare gli albumi, quando avranno schiumato aggiungete il succo di limone per stabilizzarne la massa e quindi lo zucchero semolato in 3 volte.
Quando la meringa risulterà montata a neve prendete la spatola e aggiungete in 2 volte il composto di mandorle e zucchero a velo e amalgamate il tutto, alternando movimenti decisi dal basso verso l’altro e dai bordi al fondo della boule, raschiando per bene con la spatola. Dovrete in pratica smontare il composto, che dovrà risultare liscio e lucido, formare il classico “nastro”, cioè prendendo del composto con la spatola e facendolo ricadere su se stesso formerà un nastro di impasto liscio e continuo, ma non liquido.
Riempite col composto un sac a poche con beccuccio liscio da 1 cm e su una teglia rivestita di carta forno formate tanti mucchietti di impasto rotondi, distanziandoli circa 2 cm l’uno dall’altro.
*Per avere dei macarons tutti uguali potete disegnare su dei fogli A4 le circonferenze con un bicchierino da liquore e porre questi fogli guida sotto la carta forno. Ovviamente sfilateli prima di infornare la teglia!!!).
3) Lasciate asciugare le vostre conchiglie a temperatura ambiente almeno 2 ore prima di infornarle.
Saranno pronte per la cottura quando toccandole avranno formato una “crosticina” in superficie e il dito non si attaccherà.
Infornateli a 155° (forno preriscaldato) per circa 13 minuti, avendo cura di girare la teglia a metà cottura.
A cottura ultimata sfornateli poggiandoli con la carta forno su un piano freddo e lasciateli riposare almeno una mezz’oretta prima di staccarli (sarà molto più facile staccarli senza romperli).
Per la farcitura allo Champagne:
- 250 gr di cioccolato bianco di ottima qualità
- 80 ml di panna fresca liquida
- 30 ml di champagne
Sciogliete il cioccolato al microonde o a bagnomaria.
Scaldate la panna senza portarla a bollore e versatela sul cioccolato fuso facendo cadere lentamente ma in modo continuo, mescolando delicatamente con una spatola, fino ad ottenere una crema liscia e lucida.
Fate intiepidire e aggiungere lo champagne, quindi amalgamate il tutto.
Coprite con pellicola e fate riposare in frigorifero fino ad addensamento.
Quando la crema sarà pronta procedete a farcire i macarons con l’aiuto di una sac a poche.
Consigli musicali:
Non esiste in pasticceria dolce più barocco del macaron, e considerando che la sua fama si deve in gran parte alla golosità di Maria Antonietta, perché non immergersi completamente in quel periodo, e magari immaginarsi proprio alla corte di Versailles?
Gavotte, gighe, minuetti, pavane, passacaglie, le danze più amate dai nobili francesi dell’epoca.
Compositore di corte, ai tempi d’oro di Versailles, era Jean-Philippe Rameau: innovatore della musica del 1700, fu uno dei musicisti più rappresentativi del Grand Siècle francese: geniale teorico, compositore, clavicembalista ed organista francese. Tragédies lyriques, Pastorals héroïque e Balletti si succedono quasi senza interruzione sui palchi di corte fino alla sua morte, nel 1764.
Con il suo magnifico senso del colore Rameau curò la strumentazione delle sue opere con abilità maggiore di qualsiasi contemporaneo, il suo declamato lirico, flessibile e pieno di espressività conferiva un valore espressivo ed una carica emotiva persino alle danze e ai “divertissements”, che così perdevano il loro carattere puramente decorativo per assumere un vero significato drammatico.
Nel film della Coppola sono stati utilizzati come colonna sonora molti brani tratti da tragedie e opere teatrali di Rameau, come “Les Indes Galantes” e “Castor et Pollux”.
E dunque, perché non cimentarsi nella preparazione dei macarons ascoltando, proprio dal “Castore e Polluce”, la raffinatissima Ouverture o il drammatico e intimo lamento di Telaira “Tristes apprêts “, che rappresenta uno dei pezzi più belli, poderosi e commossi di tutta l’opera.