Il tema del precariato delle maestre del comune di Napoli ha occupato nei giorni scorsi le nostre colonne già diverse volte, ma a noi piace dare spazio a tutti ed ecco perchè riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera che ci è giunta da un’altra maestra precaria:
“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto” (cit. Art. 4 della Costituzione).
Sono una Educatrice precaria del comune di Napoli e in questi giorni mi trovo a riflettere su quali siano le condizioni che garantiscano a me e a tutti quelli nella mia situazione il diritto al lavoro.
Sono una Educatrice precaria del comune di Napoli che quotidianamente presidia Palazzo San Giacomo per far valere questo diritto.
Sono una Educatrice precaria del comune di Napoli che vuole ricordare a tutti i politici che non siamo solo numeri, ma dietro ogni numero c’è una storia, una famiglia, un futuro precario anche per i nostri figli.
Scrivo per far sentire la mia voce e quelle di tutti i miei colleghi, perché quanto da voi deciso non ci rassicura! Quanto da voi deciso non ci tutela!
Vi chiediamo di rivedere le nostre posizioni, di trovare una soluzione al nostro problema, di definire adeguatamente i requisiti per l’assunzione. Ci sono state prospettate due vie ma entrambe fanno acqua da tutte le parti.
E’ necessario aver lavorato almeno 3 anni solari in un arco temporale di 5 anni. Quindi mi chiedo: come possiamo aver lavorato 12 mesi consecutivi se gli insegnanti precari lavorano da Settembre a Giugno?
L’alternativa è l’ennesimo concorso pubblico, aperto a tutti, precari e giovani neo-laureati. Sono una precaria della scuola da circa 20 anni, ho superato 3 concorsi, ho seguito innumerevoli corsi di aggiornamento, ho 50 anni e per l’ennesima volta mi preparo a vivere la mia “Notte prima degli esami”.
La lettera è firmata.