Si festeggia il 6 Gennaio di ogni anno, si usa pensare che a cavallo di una scopa magica arrivi la Befana a depositare dolci e doni per i bambini buoni o carbone per quelli un po’ monelli. Si cala dal camino, bussa alla porta o si rimpicciolisce sino a passare dal buco della serratura e tanti altri modi ancora usa la Befana per raggiungere i bambini di tutto il mondo ma non importa, quello che conta è il sorriso e la soddisfazione di essere rimasti ad attendere il suo arrivo sotto le coperte buoni buoni e in rigoroso silenzio.
L’origine del mito parte da molto lontano, discende da costumi magici e pagani che si fondono con la tradizione del cristianesimo. La Befana porterebbe doni in ricordo di quelli offerti dai Re Magi a Gesù Bambino.
Per capire appieno le sue origini bisogna partire da credenze popolari lontanissime e in particolare dalla tradizione delle dodici notti fantastiche, durante le quali, delle figure femminili volavano sui campi per propiziare i raccolti futuri. A guidare queste figure si ritenesse essere Diana, dea lunare legata alla vegetazione, altri pensavano che fosse la dea Satia ( sazietà) o Abundia (abbondanza). Queste figure nel corso del tempo assunsero via via significati e connotazioni diversi anche in seguito alle condanne pervenute dalla Chiesa Cattolica del tempo.
Proprio questi cambiamenti di significato diedero inizio al mito della figura della Befana che viene rappresentata come una vecchina di aspetto non proprio simpatico. Questa rappresentazione trova giustificazione nel mito di Madre Natura, ormai stanca che si avvia alla rinascita. In tempi antichi, in effetti, la dodicesima notte dopo Natale, dopo il solstizio di inverno, si celebrava la fine del ciclo della natura nonché la sua rinascita. La notte del 6 Gennaio, Madre Natura appariva come una vecchina stanca e benevola che volava su una scopa, stanca, si avviava a bruciare come un ramo per rinascere come giovane donna e propiziare i nuovi raccolti. Prima però usava donare dolci e doni a tutti per simboleggiare la semina per l’anno nuovo. Si trattava, dunque, si un simbolo femminile dell’anno vecchio, sacrificato per il nuovo periodo di prosperità.
Nella tradizione italiana, la Befana rappresenta più che un simbolo dell’anno passato, una benevola nonna che distribuisce doni ai bambini buoni e un po’ di carbone per le malefatte dell’anno trascorso; in alcune zone dell’Italia si usa scambiarsi doni più esigui rispetto al 25 Dicembre e la cosiddetta Calza della Befana, piena di dolci. Rappresenta l’ultimo giorno delle feste natalizie, in cui si tiene ancora l’albero di natale prima di disfarlo.
Nella tradizione popolare, si pensa che i Re Magi, in viaggio verso Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, bussarono alla porta di una vecchina che si rifiutò di accompagnarli, dopo poco però, pentitasi, preparò un cesto e donava dolciumi ai bambini che incontrava sulla sua strada nella speranza che uno di loro fosse Gesù.
La festa dell’Epifania ha diverse connotazioni nel mondo, ad esempio in Spagna il 6 Gennaio, tutti i bambini usano pensare che i Re Magi lascino loro dei doni, infatti, la notte prima del 6 Gennaio i piccoli di casa ripongono davanti alla porta un bicchiere d’acqua per i cammelli, qualcosa da mangiare e una scarpa. In alcune città si tiene un corteo in onore dei Magi che sfilano su carri dorati minuziosamente addobbati.
In Francia, si usa fare un dolce particolarenel quale si nasconde una fava e chi la trova diventa il re o la regina da incoronare durante la festa.
In Germania, la Befana non è un giorno festivo
, tuttavia, si festeggia la venuta dei re Magi, preti e chierichetti girano per le case per recitare canti e versi e recuperare qualche donazione per la Chiesa.In Islanda il 6 Gennaio è chiamato tredicesimo, per i giorni che intercorrono fra il Natale e il 6 Gennaio
. Si inizia la festa con una fiaccolata alla quale partecipano il re e la regina degli elfi e i tredici Babbi Natale, infatti, in Islanda attivano 13 babbi Natale a partire dall’11 Dicembre sino al giorno di Natale.In Ungheria i bimbi si vestono da Magi e vanno di casa in casa ad esporre il presepe.
In Romania, i preti vanno di casa in casa per benedire i luoghi
mentre i bambini raccontano qualche storia.