D Day: tutti (o quasi) a Omaha beach ottant’anni dopo per ricordare un momento cruciale della seconda guerra mondiale. Lo sbarco in Normandia delle truppe alleate segnò, infatti, una svolta nel conflitto rendendo più vicina la capitolazione della Germania. Che volto ha l’Europa ottant’anni dopo? Dove sono finite le promesse di pace formulate alla fine della guerra?
Lo sbarco in Normandia
L’attacco giapponese a Pearl Harbour aveva segnato un nuovo capitolo della seconda guerra mondiale. Aveva costretto gli Stati Uniti, che fino ad allora si erano tenuti fuori dal conflitto, a entrare in guerra. La risposta americana alla dichiarazione di guerra da parte dei tedeschi conseguita all’attacco fu duplice. Il presidente Roosevelt e i suoi Capi di Stato maggiore decisero di impegnarsi sia nella guerra nel Pacifico sia in Europa.
Nel vecchio Continente decisero di aprire un nuovo fronte di guerra sul versante occidentale per sottrarre forze al versante orientale dove le truppe russe di Stalin stavano impendendo l’avanzata dei tedeschi. Nel luglio 1943 le truppe americane sbarcarono in Sicilia e da lì risalirono per sconfiggere il Regno d’Italia; l’anno seguente sbarcarono nell’Europa continentale. Il piano, che si avvalse della collaborazione di truppe britanniche e canadesi, fu approdare nella Francia del Nord, in Normandia appunto e proseguire l’avanzata verso la Germania.
Le truppe americane sbarcarono all’alba del 6 giugno 1944 sulle spiagge di Omaha e Utah mentre le truppe anglo-canadesi arrivarono sulle spiagge Sword, Juno e Gold. Le battaglie ingaggiate nelle ore e nei giorni successivi furono asprissime e fecero un numero elevatissimo di vittime. Ciò nonostante l’avanzata proseguì come stabilito. Grazie al poderoso intervento delle forze Alleate, le sorti della guerra si capovolsero e la Germania nazista, che aveva dato il via al conflitto, fu sconfitta.
Il D Day a Omaha Beach
Ottant’anni dopo, a Omaha Beach, che fu teatro di uno degli sbarchi i rappresentanti dei Paesi che allora parteciparono all’operazione si sono riuniti per le celebrazioni. Il padrone di casa, Emmanuel Macron, ha ricevuto, tra gli altri, re Carlo III d’Inghilterra, il presidente americano Joe Biden e il nostro presidente Sergio Mattarella. Le commemorazioni hanno visto anche la presenza di veterani centenari decorati al valore e di personaggi del cinema come Steven Spielberg e Tom Hanks.
Accolto da una grande ovazione, anche il presidente ucraino Volodimir Zelenzy. Grande assente il presidente russo Vladimir Putin.
Il D Day ottant’anni dopo
Che Europa è quella di ottant’anni dopo lo sbarco in Normandia? Che fine hanno fatto le promesse di pace formulate alla fine della Seconda Guerra Mondiale?
La pace duratura che ci si era ripromessi non è arrivata: negli anni Novanta la guerra nei Balcani e ora la guerra in Ucraina hanno tradito quella promessa. L’Europa del secondo dopoguerra vide la nascita della Nato contrapposta al Patto di Varsavia. Oggi l’Unione Sovietica non esiste più e la Nato si è espansa in Europa fino alle porte della Russia. Quella stessa Russia che ottant’anni fa ha combattuto contro la Germania nazista e che oggi è considerata alla sua stessa stregua. Di contro, dell’Ucraina, oggi sotto le bombe, si “dimentica” che all’epoca dei fatti celebrati, era dalla parte “sbagliata”.
Il tempo, è vero, cambia gli scenari ma se per qualche giorno torniamo indietro con la memoria allora dovremmo fare esercizio completo di tale memoria.