Si intitola “Praedicate Evangelium” ed entrerà in vigore il prossimo 5 giugno. A lungo attesa, arriva la riforma della Curia romana firmata il 19 marzo da papa Francesco. Una riforma rivoluzionaria che riassetta funzioni e organizzazioni del governo della Chiesa, del quale, potranno entrare a far parte per la prima volta anche i laici. Istituiti un nuovo Dicastero e una nuova Commissione. La riforma sostituisce la precedente “Pastor Bonus” promulgata nel 1988 da papa Giovanni Paolo II.
Una scelta rivoluzionaria
Il primo compito della Chiesa sta nella sua missione evangelizzatrice. Una missione che si esplicita non solo con le parole ma anche con le opere rivolte ai fratelli e alle sorelle più vulnerabili e in difficoltà. Con questo preambolo si introduce la nuova costituzione della Curia romana voluta da papa Francesco. Nel documento, si richiama la Chiesa a una svolta missionaria compiuta dai prelati ma anche dai laici, perché entrambi formano il popolo della Chiesa. L’assunto appena enunciato diventa il caposaldo della rivoluzione che questa riforma rappresenta. D’ora in poi tutti i fedeli che abbiano dimostrato la loro vicinanza a Dio con la loro spiritualità, quindi anche i laici, potranno essere chiamati a ricoprire ruoli all’interno dei dicasteri. Quello che è da sempre il governo della Chiesa, quindi, esce dalla ristretta cerchia clericale per aprirsi a una dimensione più dialogante.
Arriva la riforma della Curia romana
Negli 11 capitoli e 250 articoli del documento, viene illustrata la nuova struttura della Curia romana. Le Congregazioni e i Pontifici Consigli lasciano il posto ai Dicasteri guidati dai Prefetti.
Alla Segreteria di Stato che si avvale delle tre Sezioni (Affari Generali, Rapporti con gli Stati e Rappresentanze Pontificie) si affiancano 16 Dicasteri (per l’Evangelizzazione, per la Dottrina della Fede, per il Servizio della Carità, per le Chiese orientali, per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, delle Cause dei Santi, per i Vescovi, per il Clero, per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, per i Laici, la Famiglia e la Vita, per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, per il Dialogo Interreligioso, per la Cultura e l’Educazione, per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, per i Testi legislativi, per la Comunicazione).
Gli Organismi di giustizia sono tre: Penitenzieria Apostolica, Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, Tribunale della Rota Romana. Gli Organismi economici, invece, sono Consiglio per l’economia, Segreteria per l’economia, Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, Ufficio del Revisore Generale, Commissione di Materie Riservate, Comitato per gli Investimenti.
Una mano tesa ai più vulnerabili
Le altre novità di questa riforma sulle quali vale la pena soffermarsi riguardano due fette della popolazione più vulnerabili: i poveri e i giovani. Nasce, come abbiamo scritto, il Dicastero per il Servizio della Carità. Detto anche Elemosineria Apostolica, eserciterà in qualsiasi parte del mondo l’opera di assistenza a di aiuto verso coloro che versano in condizioni di indigenza o di necessità. Viene poi istituita la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori con il compito di consulenza. La Commissione, composta anche questa da prelati e da laici, avrà il compito di assistere i Vescovi e le Conferenze episcopali nel redigere le linee guida per proteggere i minori e le persone vulnerabili da abusi sessuali. Si conferma, in questo modo, la volontà di papa Bergoglio di sanare quella che è una vera piaga della Chiesa a ogni latitudine.