Nella cura della vista figure professionali come l’ottico e l’optometrista stanno acquisendo un ruolo sempre più centrale. Guardando al mercato, inoltre, il settore dell’occhialeria sta vivendo un momento felice con l’aumento costante delle esportazioni. Secondo l’Anfao, in riferimento al periodo gennaio-marzo 2022, si è registrato un +32.3% rispetto allo stesso periodo del 2019 e un +35.3% rispetto al 2021. Dati confortanti che si traducono in più che rosee prospettive da un punto di vista occupazionale per i giovani. Nel mese per eccellenza dedicato alla cura della vista accendiamo un faro su due figure professionali di questo settore non sempre conosciute. Lo facciamo insieme a Giorgio Righetti, direttore di Istituto Zaccagnini, la scuola professionale di ottica e optometria.
Cura della vista: le nuove tecnologie
Dottor Righetti, quali sono le competenze di Ottici e Optometristi?
L’Ottico e l’Optometrista sono due professioni a cannocchiale, una dentro l’altra. L’Ottico, professione regolamentata dal 1928, ha l’esclusiva nella realizzazione del dispositivo medico per correggere o compensare i difetti visivi, difetti che vengono individuati e misurati con l’esame visus sia medico-oculista, sia dall’Ottico abilitato. L’Optometrista, professione non ancora regolamentata, è un ottico che ha conseguito un’ulteriore specializzazione nell’utilizzo di tecniche refrattive avanzate e di protocolli rieducativi con l’ausilio di strumentazione oftalmica avanzata, per poter rispondere alle esigenze di tutti i cittadini ametropi, soprattutto di coloro che hanno problemi di vista complessi. Inoltre, l’Ottico anche Optometrista collabora più efficacemente con il medico oftalmologo e le altre professioni sanitarie.
Con la nuova normativa l’Ottico – che non è un medico, a differenza dell’oculista – deve segnalare al medico eventuali condizioni del cliente che indichino anomalie degli occhi e della salute.
Che prospettive lavorative si aprono oggi per queste due figure professionali?
Ottici e Ottici e Optometristi hanno ottime prospettive di lavoro. L’allungamento dell’aspettativa di vita e l’utilizzo di device fanno sì che oggi siano più numerose le persone che hanno problemi di vista a vario titolo e hanno bisogno di lenti a contatto o occhiali. Anche tra giovani e bambini i difetti della vista sono in aumento. Per fare un esempio concreto: il 97 per cento dei diplomati all’Istituto Zaccagnini, entro sei mesi trovano lavoro. Inoltre, il diploma di Ottico consente di avviare un proprio negozio o studio optometrico. Voglio aggiungere che il Decreto interministeriale 92, 24 maggio 2018 ha rafforzato, nel curriculum formativo degli ottici, le conoscenze in optometria e l’importanza nel rapporto con il medico e il cliente ametrope/paziente”.
Che tipo di percorso formativo è necessario intraprendere per qualificarsi in questo ambito?
Il diploma che abilita a esercitare la professione di ottico si consegue con un corso biennale dopo la scuola media superiore. Gli ottici abilitati possono poi seguire il corso di specializzazione in optometria, annuale, nella versione a tempo pieno, o biennale per gli studenti lavoratori.
Ricordo che per gli ottici il decreto ha introdotto la conoscenza di software specifici per l’optometria, del lessico tecnico inglese, del trattamento ortocheratologico, esecuzione dell’analisi della visione binoculare, utilizzo del visual training: prassi, protocolli e procedure che vengono inserite formalmente nel bagaglio dell’ottico.
Il 13 Novembre si svolgerà il Congresso Interdisciplinare organizzato dall’Istituto Zaccagnini. Su quali temi sarà incentrata questa 24ma edizione?
Proprio al termine dell’anno scolastico 2022/2023 saranno effettive le norme che stabiliscono il nuovo percorso formativo degli ottici, secondo il regolamento sull’istruzione professionale del 2018. Il Congresso ha l’obiettivo di analizzare le conseguenze concrete dell’applicazione della normativa, in un contesto in cui il bisogno di salute dei cittadini è aumentato. L’ottico è una figura professionale preziosa per alleggerire il SSN e che secondo il D.I. del 2018 può fare, di fatto, anche da prima barriera di controllo e difesa della visione e della salute dell’occhio.
Foto pubblicate per gentile concessione di Istituto Zaccagnini