È questa una delle attività culturali proposte alla città dalla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano nel mese di luglio.
Un evento che rinnova l’incontro tra fede e cultura, tra la forza del credere e la profondità della musica. Infatti, tale binomio è permeato da valori che si incrociano e che in Duomo si incontrano in pienezza: la cultura è un bastone per la fede. Per utilizzare le parole di san Giovanni Paolo II: «La cultura è un modo specifico dell’ ‘esistere’ e dell’ ‘essere’ dell’uomo» e, in questa prospettiva, «[…] la cultura è ciò per cui l’uomo in quanto uomo diventa più uomo, “è” di più, accede di più all’ “essere”».
«Laudate et benedicete mi’ Signore et ringratiate et serviateli cum grande humilitate». Si conclude così il Cantico delle Creature di san Francesco. E servire «cum grande humilitate» il Monumento e la città di Milano è ciò che la Veneranda Fabbrica fa quotidianamente dal 16 ottobre 1387. Giorno dopo giorno da quasi sette secoli, anche nel corso dell’ultimo anno, essa ha portato a compimento eccezionali interventi per restituire forza e bellezza al Duomo: tutti coloro che entrano all’interno della Cattedrale, possono ad esempio godere della nuova illuminazione, che mette in luce – come mai prima d’ora – angoli finora nascosti alla vista.
Partendo da questa prospettiva che vede nel Duomo un patrimonio universale e che appartiene a tutti, milanesi e non, e nella fedeltà alla sua missione, la Veneranda Fabbrica offre così alla città un grande evento in prima assoluta, ideato e curato da Ottavia Fusco, per riflettere nel segno del Cantico delle Creature che papa Francesco ha messo al centro della sua enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune, guardando a quelle figure esemplari che, come il Santo di Assisi e san Giovanni Paolo II, ci hanno insegnato a leggere le complessità del mondo con occhi sempre nuovi ed attenti. Le parole del Cantico delle Creature, fondendosi con la musica composta per l’occasione da Cinzia Gangarella (una “Cantata per Voce solista, Coro, Pianoforte e Percussioni”), danno piena forma a tale intento, traducendo tutto questo in armonia.
E se san Francesco ci ha donato un esempio di amore per la povertà e la gioia di vivere il confronto con il Creato, san Giovanni Paolo II è il Pastore che ha aperto la via dei popoli, abbattendo muri e barriere, preparando in qualche modo il pontificato che stiamo vivendo attraverso un apostolato nuovo e geniale, ponendo l’uomo al centro, dove anche un papa avverte la delicatezza e la responsabilità della sua missione di messaggero camminando in semplicità. Questo richiamo all’universalità risuonerà in tutta la sua forza in Duomo con la scelta di ripetere l’ultimo verso del Cantico nelle undici lingue attualmente più parlate.
Per l’occasione, l’evento sarà introdotto da una Lectio Magistralis di Philippe Daverio dedicata alla straordinaria immediatezza ed alla forza comunicativa sempre attuale dell’iconografia di san Francesco. Il Prof. Daverio, infatti, ha accettato con entusiasmo di partecipare all’iniziativa e di condividere con il pubblico le proprie emozioni e riflessioni sul tema.
L’evento vedrà l’esecuzione della Cantata a cura della Camerata Polifonica Viterbese “Zeno Scipioni” e dell’Ensemble vocale Il Contrappunto diretti da Fabrizio Bastianini, con Ottavia Fuscocome voce solista, Cinzia Gangarella al pianoforte, Rocco Bitondo e Edoardo Giachino alle percussioni. L’abito della solista è a cura del Premio Oscar Milena Canonero, realizzato da Tiziano Guardini.