Cosa vi viene in mente se parliamo di “Cultura Hooligan“? Sicuramente non avvenimenti felici tra Heysel, Bradford e Hillsborough. Gli hooligan sono da sempre esistiti ed ancora oggi non è un fenomeno del tutto scomparso non solo in Inghilterra ma anche nel resto d’Europa e l’Italia non fa eccezione con il fenomeno degli ultras.
Cultura Hooligans: come nascono gli Hooligan?
Per quanto riguarda la cultura Hooligan, questa ha un luogo di nascita ben preciso: l’Inghilterra. La terra natia del gioco del calcio è anche il punto d’origine degli Hooligan anche se la domanda sorge spontanea: cosa sono gli Hooligan? In aiuto arriva il Cambridge Dictionary che definisce hooligan:
«Una persona violenta che combatte o provoca danni in luoghi pubblici»
La parola Hooligan, però, non ha una origine chiara e definita ma l’ipotesi più accreditata è quella “irlandese”. Hooligan, infatti, da un punto di vista etimologico deriverebbe dalla parola houlihan, cognome di una immaginaria famiglia di accaniti bevitori menzionata in alcuni canti popolari e fumetti del XIX secolo.
Quando nascono gli Hooligan?
Abbiamo il luogo di nascita ma quando nascono gli Hooligan? Nel 1894. Ebbene si, era l’aprile del 1894 quando in Inghilterra venne utilizzato il termine Hooligan in occasione del processo al diciannovenne Charles Clarke per l’aggressione a un agente di polizia. Il quotidiano londinese Daily News descrisse l’imputato come «il capo di una banda di giovani nota con il nome Hooligan Boys». Da lì in poi il termine spopolò andando, appunto, ad indentificare i tifosi organizzati e violenti delle varie squadre di calcio inglese.
Il fenomeno degli hooligan durò per praticamente un secolo. Cento anni fatti di scontri fuori e dentro gli stadi, per le strade non solo inglesi ma anche europee. Ricordiamo, ad esempio, la finale di Coppa UEFA del 1974 tra Feyenoord e Tottenham quando i tifosi della squadra londinese si scatenarono per le strade di Rotterdam ed all’interno dello stadio “De Kuip”. Una situazione così esasperante tanto che lo stesso allenatore degli Spurs, Bill Nicholson, durante l’intervallo di quella partita urlò ai propri tifosi «Siete una disgrazia per il Tottenham e l’Inghilterra! È una partita di pallone, non una guerra».
Quando finiscono gli Hooligan?
La domanda sorge spontanea: quando, quindi, finì l’epoca degli Hooligan? In che modo l’Inghilterra mise un freno a tutto questo? I momenti che fecero scattare le prime forme di “blocco” verso l’hooliganismo sono due ed entrambe tristemente ricordati:
- Strage dell’Heysel: 29 maggio 1985, una data che nessuno potrà mai dimenticare. La finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool verrà sempre ricordata soprattutto per quello che successe fuori dal campo di gioco. Lo stadio dell’Heysel diventa terreno nel quale gli hooligan dei Reds cercarono lo scontro con i tifosi juventini nella zona Z dello stadio per realizzare una pratica fin troppo comune per il tifo violento organizzato inglese: il “take an end” ovvero cercare di invadere la tribuna avversaria per conquistarla e cacciare i tifosi avversari. Il dramma divenne realtà perché in quella zona non c’erano assolutamente tifosi juventini affiliati al tifo organizzato bianconero. Non ci fu reazione ma anzi essi arretrarono al punto da rimanere schiacciati contro il muro opposto che non resse. Le vittime furono 34 e le conseguenze poi gravissime.
- Strage di Hillsbourough: Perché inserire un avvenimento nel quale gli hooligan non hanno alcuna colpa? Per un motivo molto semplice: mise l’Inghilterra di fronte alla realtà ovvero che gli impianti calcisitici inglesi era vecchi e senza alcuna sicurezza vera e propria. Altro grave problema era la scarsa organizzazione delle forze d’ordine pubblico. Unite questi due fattori ed otterrete una delle più grandi tragedie calcistiche di sempre con 97 vittime. Il tutto avvenne il 15 Aprile 1989 nella sfida di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest. L’idea da parte della polizia inglese di aprire il Gate C per far entrare più velocemente i tifosi delle due squadre si rivelò pessima perché a 15 minuti dall’inizio del match tutti si riversarono in quel cancello creando una calca inumana. Le conseguenze furono il crollo della gratinata che portò a 97 morti ed oltre 200 feriti.
Come finisce il fenomeno hooligans?
Hooligans ed impianti non a norma misero il governo inglese di fronte ad una importante sfida. Il primo governo ad emettere azioni specifiche contro gli hooligans fu il governo guidato dalla Lady di ferro Margaret Thatcher. Nel 1985 venne emanato lo Sporting Events (Control of Alcohol etc) Act per contrastare il consumo sproporzionato di alcolici. La legge vietò la vendita e il possesso negli stadi, nelle aree limitrofe, su treni e autobus con la reclusione fino a tre mesi per i trasgressori.
L’anno seguente il Public Order Act introdusse gli exclusion order con i quali la magistratura poteva impedire l’accesso negli stadi ai tifosi violenti, costringendoli anche all’obbligo di firma nelle stazioni di polizia. La legge andava ad introdurre nell’ordinamento inglese i reati di sommossa, disordini violenti, rissa, incitamento alla violenza e spaurimento, molestie, provocazione di allarme o di disagio, oltre a sanzionare la discriminazione razziale.
Furono poi una serie successiva di leggi e provvedimenti che si susseguirono fino al 2000 a segnare definitivamente (o quasi) la parola fine al fenomeno degli hooligans. Il condizionale è sempre d’obbligo perché gli hooligan non si sono assolutamente estinti.
Quanti sono gli ultras in Italia?
Se credete che gli hooligans siano un fenomeno esclusivamente inglese allora vi sbagliate. In Italia il tifo organizzato, non è un mistero, esiste da sempre ed è un fenomeno che esiste ancora ed è sempre più radicato. Sin dagli anni ’50 con la nascita dei primissimi gruppi ultras, il tifo organizzato italiano si è evoluto nel corso degli anni sempre di più diventando così grande da intavolare vere e proprie trattative con i club che lo supportano e tifano. Quantificare il numero preciso di ultras in Italia è praticamente impossibile perché è altrettanto proibitivo sapere il numero preciso di gruppi organizzati che da nord a sud affollano gli stadi di tutta Italia.